domenica 13 dicembre 2015

CERITH WYN EVANS - MUSEION, BOLZANO




CERITH WYN EVANS
a cura di Letizia Ragaglia
Museion
piazza Piero Siena 1, (ex via Dante 6), Bolzano
2/10/2015 - 10/1/2016

Museion presenta la prima personale in un museo italiano di Cerith Wyn Evans. In quello che l’ONU ha dichiarato l’Anno Internazionale della Luce, Cerith Wyn Evans realizzerà per il museo di Bolzano una grande installazione dedicata agli astri e al loro moto. La nuova produzione è presentata insieme a diversi lavori già esistenti, come le colonne luminose e diverse installazioni con il neon e sonore. Ricercare i fenomeni fisici, forzare i confini imposti dalla scienza negli interstizi che lasciano spazio all’immaginazione e filosofia – questi i territori di ricerca su cui si muove la mostra a Museion.
Che si pone come un viaggio sensoriale tra diverse temporalità, tra le cose non dette e intraducibili e quindi come un omaggio all’indefinibile e all’impercettibile. Il nuovo lavoro realizzato per Museion è una grande installazione luminosa, che si relaziona, negli spazi del quarto piano, alla facciata trasparente sul lato ovest del museo e al paesaggio di Bolzano.
Lo schermo di luce è un testo formato da lettere al neon, che narrano l’esperienza di un’eclissi solare. Il punto di vista è quello di un soggetto che si confronta con questo fenomeno di respiro ampio e globale. Il testo/schermo rinvia alla volontà di proiettare lo spettatore in dimensioni che non possono essere colte con il puro raziocinio, ma intuitivamente. Gli fanno eco i neon “A Community Predicated on the Basic Fact Nothing Really Matters“, 2013 e “E=L=A=P=S=U=R=E (In Vitro)”, 2013, che prendono le mosse dagli interessi dell’artista per la fisica e in particolare gli esperimenti del CERN di Ginevra sul bosone di Higgs. Il bosone chiamato anche “dannata particella”, rappresenta la materializzazione di una congettura. La sua necessità è stata infatti ipotizzata molto prima della sua effettiva scoperta: la scienza è obbligata a postulare cose non percettibili. In questo senso, le sculture in mostra – ellissi, cerchi e linee che sembrano esplodere sospese nello spazio- riprendono nella forma la proiezione del bosone di Higgs e alludono a spazi mentali solo intuibili. Il suono, come la luce, è un mezzo intangibile e rinvia a una continua fluttuazione.
Le sculture trasparenti al centro della sala [“Interlude (A=D=R=F=T)”, 2011/2014 e [“Interlude (A=D=R=F=T)”, 2014] rimandano a grandi flauti di Pan e conferiscono un ritmo sonoro alla mostra scandendo rinvii, rimandi e associazioni. Questo ritmo è ulteriormente ampliato da casse acustiche installate a terra, delle “colonne sonore” nel senso letterale e metaforico. La cosmogonia di Cerith Wyn Evans prosegue con una bilancia dell’hotel di lusso di Berlino Park Hyatt che regge il peso del mondo “Socle du monde (Park Hyatt, Berlin), 2008. Nell’opera riecheggia le “Socle du monde. Omaggio a Galileo”, 1961 di Piero Manzoni: anche qui l’artista aveva rovesciato il piedistallo a sostenere l’intero peso della terra.
All’interno di un allestimento apparentemente statico e sospeso, il movimento impercettibile di alcune piante illuminate da una luce stroboscopica conferisce alla presentazione un aspetto cinematografico. Il percorso di questa mostra catalizzatrice di un insieme infinito di significati si chiude - o apre - al pianoterra con una colonna formata da tubi fluorescenti, che allude allo stile dorico e intende ampliare le coordinate spazio-temporali di Museion Passage.

Cerith Wyn Evans (Wales, 1958, vive e lavora a Londra). L’artista, che ha esposto in mostre e rassegne internazionali sin dagli anni Ottanta, nel 2002 ha partecipato a Documenta11, mentre nel 2003 ha rappresentato il Wales alla Biennale di Venezia. Tra le ultime personali Serpentine Sackler Gallery, London, TBA-21 Augarten, Vienna (2013), Kunsthall Bergen (2011), Casa Luis Barragán, Mexico City (2010). È presente in collezione Museion con l’opera "Goodnight Eileen" from 'Here to Go' by Terry Wilson / Brion Gysin (1982), acquisita in occasione della mostra “Light Lab”, 2005.

In occasione della mostra verrà prodotta un’edizione.