lunedì 19 gennaio 2015

SILVIA DEMARTINI: GRAMMATICA E GRAMMATICHE IN ITALIA NELLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO - CESATI 2014




SILVIA DEMARTINI
GRAMMATICA E GRAMMATICHE IN ITALIA NELLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO
Il dibattito linguistico e la produzione testuale
Franco Cesati editore (3 dicembre 2014)
Collana: Strumenti di linguistica italiana

Ieri come oggi, la grammatica, nelle sue polisemiche sfaccettature di norma condivisa, di materia scolastica, di libro, è un riferimento per considerazioni di più ampia portata intorno a una lingua, ai suoi parlanti e alle loro condizioni socio-culturali. Secondo una simile prospettiva, dopo un primo capitolo introduttivo sul periodo post-unitario, il volume traccia un percorso nella storia della grammatica in Italia dai primi anni del Novecento fino agli anni Quaranta; decenni noti e molto studiati per altre questioni, ma ancora non esplorati a fondo per quanto riguarda la riflessione sull’insegnamento dell’italiano e la conseguente produzione manualistica. Proprio in questo “silenzio” degli studi risiede una delle ragioni di maggiore interesse dell’indagine: qual era lo stato del dibattito intorno alla didattica della lingua materna in Italia? Quale e quanto ampia la sua circolazione? Come si configurava rispetto all’insegnamento delle altre lingue, antiche e moderne, a scuola? E poi ancora: come si ponevano gli intellettuali e i linguisti italiani nei confronti dei gravi problemi di alfabetizzazione del Paese, in un periodo turbato dalle opprimenti vicende storiche (e culturali) tristemente conosciute? Tra le pagine meno esibite, ma non per questo meno significative, di articoli, recensioni, lettere e, soprattutto, libri di testo, possiamo trovare qualche risposta, qualche traccia significativa. Proprio a partire da simili documenti, spesso silenziosi, prende forma una ricostruzione storico-bibliografica, a tratti specificamente linguistico-didattica, che dalle opere più tradizionali di inizio secolo arriva fino alle grammatiche più moderne dei primi, turbolenti anni Quaranta; in questo periodo, infatti, grazie soprattutto ad alcuni lungimiranti contributi, anche in Italia comincia a maturare una rinnovata coscienza della lingua e del suo insegnamento, ormai proiettata verso i decenni successivi.