domenica 15 giugno 2014

JOL THOMSON: TITANO - MUSEO DI VILLA CROCE, GENOVA






JOL THOMSON
TITANO
Una oscura occorrenza cairologica
realizzata con il contributo di Nico Czyz
a cura di CHAN
Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce
via Jacopo Ruffini 3 - Genova
13/6/2014 - 7/9/2014

"E nostro dovere di uomini edonne comportarci come se non esistessero limiti alle nostre possibilità.
Noi collaboriamo alla cl'eazione dell'universo".
- Teilhard de Chardin

L'ispirazione iniziale di questa particolare struttura deriva da un'immagine panoramica della luna di Saturno, Titano, realizzata nel 2004 dalla missione Cassini-Huygens (una collaborazione tra NASA. ESA e ISA) attualmente ancora in corso.
Il mosaico fotografico originale è costitUito da un patchwork di 30 immagini panoramiche, realizzate auna distanza di 5 km, mentre la sonda Huygens atterrava sul corpo celeste più lontano su cui l'uomo sia riuscito ad arrivare ed iniziava a trasmettere infor'mazioni.
La forma della struttura corrisponde a quella della "discesa su Titano", un'immagine assemblata realizzata da CICLOPS (Cassini Imaging Central Laboratory for Operations), che mostra anche l'effettivo punto di atterraggio della sonda satellite Huygens.
Il primo satellite di Saturno fu scoperto da Christiaan Huygens (da cui l'eponimo della sonda spaziale) nel XVII secolo e inizialmente fu clliamato Saturno I. Successivamente, man mano che venivano scoperte altre lune, venne rinominato Saturno IV e poi Salurno VI.
Nel XIX secolo l'astronomo John Herschel riprese la tradizione di chiamare gli oggetti celesti con nomi dell'antica mitologia greca e cosi rinominò le lune conosciute di Saturno con i nomi dei Titani, tra queste chiamò il satellite maggiore semplicemente Titano (un nome che di per sé rimanda a molteplici entità).
Crono o Saturno, l'antico dio del Tempo, era egli stesso un Titano che aveva detronizzato (con l'aiuto della madre Gaia - dea Terra - e quattro dei suoi undici fratelli) il padre Urano, precedente divinità patriarcale e dio del cielo.
Interessato ai processi e alle tecniche utilizzati per la visualizzazione dei corpi celesti eper la produzione di immagini extl'aterrestri, intese come creaztone e sviluppo di diversi modi di soggettivazione nel terzo millennio, Jol Thomson è attratto da queste inconsuete strutture galattiche che emergono come risultato di complesse stratificazioni, di prospettive multiple e di una sincronizzazione policronica.
È attraverso questi processi multiformi "a mosaico" che si articola una nuova cornice, o visuale, ed è sua convinzione che una nuova struttura richieda anche nuovi archetipi e nuove modalità di osservazione.
È in questo punto che scienza e linguaggio incontrano le loro origini mitiche.
Lo sguardo clegli antichi indovinI. oracoli e astronomi nei neri regni di ossidiana o nel cielo notturno rivelava loro storie, poemi, visioni del futuro e sistemi di conoscenza, come il tempo stesso.
Ancora oggi, guardando nell'oscurità, profondità di archetipi onnipresenti possono iniziare a rivelarsi e segni nascosti rendersi visibili.
L'artista offre allo sguardo oscure superfici geologiche inserite in un'inquadratura extraterrestre per spingerci a riflettere su cosa potrebbe esserci al di fuori dei territori del pensiero, del persistere degli argomenti e della durata dei saperi.
In questo senso, si potrebbe leggere questo lavoro come una cornice al contrario, quasi una sorta di rovesciamento di prospettive, come nella Base del mondo di Piero Nlanzoni.

Jol Thomson è nato in Canada dove ha conseguito il suo primo diploma all'Universita di Toronto, Si è laUl'eato alla Staedelschule di Francoforte (Germania) nel 2013. Attualmente vive a Berlino. La sua ricerca spazia attraverso diversi mezzi espressivi.

CHAN è uno spazio no profit e un collettivo curatoriale attivo a Genova dal 2009.
CHAN si propone di rendere le ultime tendenze artistiche accessibili utilizzando un linguaggio semplice.
CHAN promuove la circolazione delle idee e della produzione artistica attraverso la sua attività editoriale.