mercoledì 22 gennaio 2014

MASSIMILIANO PAPINI: FIDIA - LATERZA 2014





MASSIMILIANO PAPINI
FIDIA
L'uomo che scolpì gli dei
Laterza, 9/1/2014
collana "Storia e società"

«Venne il dio sulla terra dal cielo a mostrarti l’effigie, o tu andasti a mirarlo, Fidia, in cielo». Questo si diceva del colosso di Zeus a Olimpia, una delle sette meraviglie del mondo, opera di Fidia, insuperabile nel rappresentare la maestà e la bellezza degli dèi. Peccato che la sua unica testimonianza personale sia un vasetto a Olimpia con l’iscrizione parlante: «Io sono di Fidia». E le tante statue in oro e avorio, in bronzo e in marmo che fine hanno fatto? Tutte scomparse. E tutte le nuove opere sull’acropoli di Atene, «fatte in breve tempo per durare a lungo», si trovarono veramente sotto la sovrintendenza dello scultore? Anche il sodalizio con Pericle, per le fonti inscindibile, chissà quanto fu vero, se davvero furono amici. E dov’è la mano di Fidia nella decorazione del Partenone? Lì di certo egli realizzò una magnifica statua in avorio e con 1.000 chili d’oro addosso che costò più del tempio, un bene-rifugio in caso di emergenza: l’Atena Parthenos (vergine), e Atena, patrona degli artigiani insieme a Efesto, fu la dea preferita di Fidia. Ma non tutto filò liscio. Le invidie all’interno della bottega e la voglia degli oppositori di Pericle di testare il giudizio del popolo sullo statista per interposta persona portarono ad accusare Fidia di aver sottratto l’oro o l’avorio della statua; per altri motivi anche altri personaggi vicini a Pericle, come la bella etera Aspasia e il filosofo Anassagora, furono presi di mira, senza troppe conseguenze; ma per Fidia, no, il processo non finì bene.