giovedì 26 dicembre 2013

LA MADONNA CON BAMBINO E SANTI DI PAOLO BONTULLI - PALAZZO DUCALE, URBINO




"Un'opera salvata"
LA MADONNA CON BAMBINO E SANTI DI PAOLO BONTULLI
a Potenza Picena
a cura di Gabriele Barucca Galleria Nazionale delle Marche
Palazzo Ducale - Appartamento degli Ospiti
piazza Duca Federico 107 - Urbino
dal 22 dicembre 2013 al 6 aprile 2016 

La splendida tavola firmata da Paolo Bontulli fu realizzata nel 1507 per la chiesa di San Giacomo Maggiore di Potenza Picena (MC) dove è sempre stata collocata sull’altare maggiore. Il recente crollo parziale della volta della chiesa ha imposto la rimozione dell’opera, che non ha fortunatamente subito danni. In attesa di trovare una nuova sistemazione a Potenza Picena, l’opera viene momentaneamente ospitata in una Sala della Galleria Nazionale delle Marche a Palazzo Ducale di Urbino, inserita nel percorso che illustra le scuole pittoriche del Rinascimento marchigiano. Ben conservato, il trittico raffigurante la Vergine col Bambino in trono e i santi Giacomo e Rocco costituisce il capolavoro di questo petit maître, pressoché sconosciuto, del primo Cinquecento nelle Marche, originario di Percanestro, una località nel circondario di Serravalle di Chienti nell’alto maceratese. 
La preziosa pala d’altare è corredata dalla predella, conservata nella sua integrità e costituita da tavolette raffiguranti il Redentore benedicente al centro, fiancheggiato dalle mezze figure dei dodici Apostoli, tutti connotati da una vivace caratterizzazione di mimica e di fisionomia. Chiudono ai lati la predella due scomparti con l’Arcangelo Gabriele e la Vergine annunciata. Questi ultimi pannelli sporgono lateralmente rispetto alla larghezza della grande tavola soprastante lasciando supporre la presenza in origine di pilastrini laterali andati perduti. Stessa sorte deve aver subito la lunetta apicale che, secondo lo schema consueto delle pale d’altare di quel periodo, doveva probabilmente costituire la parte superiore dell’insieme e rappresentare forse una Pietà o una Crocifissione. Non sappiamo quando andarono smarrite queste parti dell’opera insieme a gran parte della cornice originaria; nella sistemazione attuale nella chiesa, risalente forse ai primi del Novecento, furono comunque sostituite da colonnine laterali e da una cimasa in muratura e stucco. 
L’opera documenta l’aspetto reale della personalità artistica di Paolo Bontulli e le radici della sua cultura. Nel dipinto si avverte un’impronta nettamente crivellesca, declinata con i limiti imposti dai mezzi del Bontulli, ma, non meno essenziale ed evidente, risulta il riflesso della pittura sanseverinate del tardo Quattrocento soprattutto nell’intonazione espressiva delle figure. L’opera di artisti quali Ludovico Urbani e Lorenzo d’Alessandro doveva essere ben presente al pittore di Percanestro. Non c’è qui spazio per ampliare il campo dei confronti come una puntuale analisi della tavola renderebbe possibile. Ma comunque la resa formale del dipinto è connotata da un accento personalissimo, rustico ma non incolto, il cui portato più interessante e curioso è rappresentato dal trono della Vergine, complessa macchina marmorea di ispirazione classica che costituisce il fulcro dell’architettura interna dell’intera composizione e denota un atteggiamento estrosamente accumulatorio, ancora legato ai primi del Cinquecento a quella sfera di “Rinascimento-goticizzato”, che di lì a poco sarà destinato a scomparire definitivamente.