sabato 21 dicembre 2013

GLOCAL TALES II - MOTEL B, BRESCIA




GLOCAL TALES II
a cura di Francesca Guerisoli
Motel b
Via Montebello 21 - piano cortile - Brescia
7.12.2013 - 31.1.2014

Raffaella Crispino 7-20 dicembre
Pietro Mele 21 dicembre - 3 gennaio Chiara Mu 4-17 gennaio
Giuseppe Stampone 18-31 gennaio

Secondo appuntamento:
PIETRO MELE

Motel b presenta Glocal Tales II, rassegna video a cura di Francesca Guerisoli che si sviluppa in quattro mostre personali di Raffaella Crispino, Pietro Mele, Chiara Mu, Giuseppe Stampone. Glocal Tales II è la seconda edizione di Glocal Tales, realizzata tra maggio e luglio 2013 con Regina José Galindo, Oliver Ressler, Ciprian Mureşan, Teresa Margolles.
I lavori degli artisti in mostra sono accomunati da una chiara presa di posizione nei confronti della realtà politica e sociale di specifici contesti, così come da un'osservazione critica delle dinamiche globali del mercato e della finanza che impattano a livello locale. Considerando l'arte come azione politica, che aspira a innescare e a contribuire al cambiamento sociale, i quattro artisti, utilizzando in modo diverso il mezzo video, trattano le relazioni tra la vita, i diritti umani e l'arte, affrontano i temi della violenza legata al potere politico ed economico. I video in mostra sono dunque incentrati su particolari situazioni locali che si relazionano con l'ambito globale, narrando in modo differente il conflitto politico, sociale, economico, finanziario. Dal tema del conflitto nei paesi mediorientali alle relazioni visive tra le forme dell'architettura fiamminga e asiatica (Raffaella Crispino); dal tema della costrizione e della resa, alla convivenza territoriale con l’attività quotidiana di un aeroporto NATO (Pietro Mele); dagli avvenimenti violenti accaduti durante il G20 di Londra e il G8 di Genova, alla violenza di genere (Chiara Mu); dal destino dei migranti, alla città de L'Aquila post terremoto (Giuseppe Stampone).
La rassegna ha inizio sabato 7 dicembre 2013 con i video di Raffella Crispino Lebanon 1984 (2010) e Riches Claires (2011); prosegue il 21 dicembre con Pietro Mele, The end of the process (2012) e Every day, (2011); il 4 gennaio 2014 con Chiara Mu con P&V (Police and Violence, 2009) e Stigma (2012); e termina il 18 gennaio con Giuseppe Stampone con Viaggio della speranza (2009) e Saluti da l'Aquila (2013).

Pietro Mele
(Alghero, 1976 – vive e lavora a Berlino)
La sua ricerca si rivolge a realtà minori, così come a fatti storici ritenuti marginali, che indaga per poi restituirli attraverso un nuovo processo di comprensione. Partendo da questioni molto specifiche, quindi, e attraverso l’utilizzo di un forte processo di ingrandimento, le sue opere si pongono l’obiettivo di raggiungere un grado maggiore di condivisione con il pubblico, fornendogli l'accesso a informazioni poco note o, peggio, omesse dalla cultura dominante.

Every Day
2011
video HD, colore, stereo, 5’13”
courtesy dell'artista
Da trent'anni la vita di un pastore incontra l'attività quotidiana di uno dei più grandi e attivi aeroporti NATO d'Europa. Il problema delle attività militari in Sardegna, il cui territorio accoglie circa il 60% del demanio militare nazionale, è un fenomeno che la popolazione isolana paga con la propria salute, sotto forma di malattie genetiche, cancro, leucemia e diverse altre patologie gravi e spesso mortali. Il film, girato in Sardegna vicino all’aeroporto NATO di Decimomannu, si sviluppa attraverso eventi minimi, pause e lenti movimenti di camera che forniscono progressivamente informazioni aggiuntive che solo alla fine portano a ricomporre il quadro nella sua completezza.

The end of the process
2012
video HD, color, suono, 10’54”
courtesy dell'Artista
Strutturato su tre sentieri narrativi distinti, il video sviluppa un percorso filmico le cui storie si sfiorano reciprocamente senza incontrarsi mai. Nonostante ciò, personaggi e situazioni appaiono continuamente collegati fra loro da rimandi, allusioni e richiami a particolari trascurati. Impercettibili fratture linguistiche interrompono quindi lo scorrere delle immagini e connettono le parti senza cedere a una ferrea logica causale. I temi della costrizione e della resa, tratti da una riflessione dal carcere di Antonio Gramsci, vengono indagati attraverso una voce narrante che presenta se stessa come strumento autonomo, introducendo una vicenda che avanza ancora una volta per conto proprio e che per certi versi inganna lo spettatore con un ulteriore racconto nel racconto.