giovedì 22 agosto 2013

CALL FOR PAPERS: IL FASCINO INDISCRETO DELLA DIFFERENZA, PERCORSO DI RICERCA FILOSOFICA


Call for papers
IL FASCINO INDISCRETO DELLA DIFFERENZA
Percorso di ricerca filosofica
a cura di Attilio Bruzzone, Elisabetta Colagrossi, Roberto Morani, Selena Pastorino, Paolo Vignola, Giuseppe Zuccarino
Scuola di Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi di Genova
ottobre-dicembre 2013

Nel XX secolo la filosofia, unitamente a diverse scienze umane, tra cui la linguistica, l’antropologia e la sociologia, ha intrapreso una ricognizione teorica ambiziosa e rivoluzionaria, poiché dislocata su più piani disciplinari e capace di far tremare, con scosse telluriche quasi ininterrotte, i fondamenti stessi del pensiero occidentale, mettendo in discussione non solo l’intera tradizione metafisica, ma persino l’efficacia strategica della cosiddetta svolta linguistica – e dunque l’effettivo carattere innovativo di tale svolta. Declinata in molteplici sfumature, lavorata fin nel cuore della sua asperità teoretica e traslata da un territorio all’altro dell'agone filosofico continentale, la Differenza risulta senza dubbio un elemento inaggirabile del pensiero contemporaneo, sia che venga concepita come l’oggetto principale del lavoro filosofico – riservando alla dialettica, platonica o hegeliana, oppure alla fenomenologia la sua sistemazione concettuale –, sia che venga assunta a strumento euristico fondamentale – la differenza di natura secondo Bergson o la differenza ontologica di Heidegger –, sia ancora che diventi il soggetto stesso del pensare, come nel caso della differenza che smuove il pensiero in Deleuze o la différance di Derrida.
Ai giorni nostri, del resto, la differenza non sembra aver perso nulla della sua potenza vitale, per quanto ad impegnarla in questo primo spicchio del XXI secolo non siano più tanto la riflessione e l’elaborazione teoretiche, bensì la realtà sociale e politica. Se infatti la globalizzazione rappresenta il più grande e impegnativo teatro della produzione e della convivenza di differenze difficilmente conciliabili, e rischiosamente avvicinate dalle esigenze e dalle perversioni del Mercato, è proprio il marketing – braccio armato del business mondiale – ad aver esercitato in questi ultimi quarant’anni un controllo sociale capillare sui processi di soggettivazione di almeno due generazioni, proponendo una gamma di possibili differenze letteralmente da indossare, da mangiare, da vivere, comunque sempre da consumare.
Nondimeno, se le pubblicità di innumerevoli prodotti martellano le coscienze facendo grande uso della parola “differenza”, l'analisi di questo fenomeno non può essere affidata unicamente alla sociologia o alle scienze della comunicazione, perché se si parla di Differenza, ne va del pensiero stesso e, dunque, del ruolo della filosofia nell’epoca della degradazione commerciale del concetto e di qualsiasi Weltanschauung. Per tale motivo, riteniamo strategicamente proficuo uno sforzo di ricognizione squisitamente filosofica attorno a tale tema, giunto a un livello di popolarità nel suo utilizzo e quindi di inflazione tali da esser costantemente rimosso sul piano dell'analisi critica – tanto da molti filosofi contemporanei quanto dai milioni di cittadini occidentali che quotidianamente provano a “fare la differenza” in ogni ambito della loro vita.
È innanzitutto con questi presupposti che invitiamo l’intera comunità di studiosi nell’ambito della filosofia a partecipare, con una relazione o come discussant, al ciclo di seminari e giornate di studio consacrati al tema della Differenza, che avranno luogo presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi di Genova, da ottobre a dicembre 2013. Data la vastità dei temi e dei problemi legati all'argomento in questione, si è deciso di suddividere i lavori in 6 sezioni le quali, pur non esaurendo in toto gli elementi critici connessi a tale discorso, rappresentano il tentativo di far proseguire i lavori nei cantieri teorici più importanti e complessi che la filosofia, nella sua storia, ha aperto per confrontarsi con la Differenza e con le poste in gioco future a cui essa dà accesso.

SEZIONI TEMATICHE

Il problema della mediazione nella Metafisica di Aristotele. Ontologia e dialettica
(a cura di Attilio Bruzzone)
La seguente sezione si prefigge di prendere in esame il pensiero di Aristotele, inteso come l’originario momento fondativo dell’intera tradizione metafisica dell’Occidente. Attraverso il confronto diretto e puntuale con i concetti chiave della Metafisica aristotelica (universale e particolare, forma e materia, atto e potenza, sostanza e sostanze seconde, primo motore immobile e movimento/divenire, genesi e validità), si proverà ad affrontare il problema della mediazione nella filosofia dello Stagirita, mettendone in rilievo gli incontestabili meriti e pregi, e, al tempo stesso, i paradossi e le contraddizioni in cui si avviluppa ogniqualvolta procede per ipostasi e interrompe il processo di mediazione. Scopo precipuo di questa sezione tematica è l’analisi delle categorie fondamentali del pensiero metafisico tout court e la promozione di un dialogo serrato e fruttuoso fra ontologia e dialettica nel nome di un nuovo concetto di metafisica alla luce della differenza.
Linee generali di intervento:
– Universale e particolare nella filosofia di Aristotele.
– Forma e materia nella Metafisica.
– Atto e potenza: la dottrina del divenire in Aristotele.
– La sostanza. Concetto e problemi.
– Il nodo della genesi e della validità nella filosofia aristotelica.
Importante è sviluppare i seguenti problemi tenendo anche presenti i contributi della filosofia moderna e contemporanea che sono essenziali al riguardo: Hegel, Marx, Heidegger, Bloch, etc.
Periodo di presentazione: Novembre.
Modalità di presentazione: Giornata di studi.
Call for papers: Abstract di max. 1500 caratteri (spazi inclusi) in sintonia con quanto espresso sopra, più breve CV (max. 10 righe) da spedirsi via e-mail ad Attilio Bruzzone (attilio.v.bruzzone@gmail.com) entro il 30 settembre 2013.

Differenza, interpretabilità, prospettivismo. Il pensiero di F. Nietzsche come sfida alla riflessione contemporanea
(a cura di Selena Pastorino)
A partire dallo sfondo di riflessione aperto dalla critica nietzschiana all'ingenua fiducia nei fatti, nella datità di soggetto ed oggetto, nell'oggettività della conoscenza scientifica e nell'indiscutibilità delle leggi morali, questa sezione si propone di approfondire il complesso rapporto tra interpretabilità e prospettivismo. Ferma restando l’avvenuta emancipazione, almeno a partire dagli scritti nietzschiani, di questi due termini dall’ambito di riflessione ermeneutico e dal testocentrismo che ne era tratto costitutivo, lo scopo dei lavori è quello di vagliarne il possibile apporto (pro)positivo per un pensiero che prenda avvio dal riconoscimento della differenza come tessuto del reale per sviluppare riflessioni di natura ontologica, gnoseologica, etica ed estetica. Benvenuti sono interventi che problematizzino queste tematiche alla luce dei contributi della filosofia contemporanea e/o che propongano un approccio multidisciplinare.
Linee generali di intervento:
- Fatti e interpretazioni
- Interpretabilità e conoscibilità
- Prospettivismo e relativismo
- Valori, giudizi, norme
- Applicazioni extra-filosofiche del pensiero dell’interpretazione
Periodo di presentazione: Ottobre.
Modalità di presentazione: Giornata di studi.
Call for papers: Abstract di max. 1500 caratteri (spazi inclusi) più breve CV a selena.pastorino@hotmail.it entro il 30 settembre 2013.

Differenza, immagine del pensiero, marketing
(a cura di Paolo Vignola)
Il tema della differenza in quanto genesi del pensiero attraverso l'incontro violento con il segno è per Gilles Deleuze il grande rimosso della tradizione filosofica, che fa tutt'uno con l'implicita costituzione dell'«Immagine del pensiero», vale a dire dell'immagine che la filosofia si è data di sé e di ciò che significa pensare. Se tale immagine mostra il pensiero come “naturale” e “universale”, ossia naturalmente indirizzato al vero nonché universalmente giusto, per il filosofo della différence, essa, per secoli, ha inficiato la possibilità stessa di pensare davvero, vale a dire di creare concetti assolutamente nuovi.
La rimozione della differenza, a favore dell'identità e dell'adeguazione al Modello è oggi più che mai in atto, sia sul piano filosofico che su quello sociale, per quanto il marketing e l'industria culturale che recuperano gran parte delle risorse dal web e in particolare dai social networks (in cui l'espressione della diversità individuale è assunta a principio della comunicazione) ostentino, promuovano, sfruttino e valorizzino le differenze di ogni genere – linguistiche, culturali, generazionali, estetiche, ecc. Come nella tradizione filosofica criticata da Deleuze, la differenza nella sua valenza selvaggia e imprevedibile viene smorzata o addirittura occultata da nuove forme di Immagine del pensiero, non più filosofiche – dato che la filosofia ha perso il suo potere persuasivo – bensì immediatamente sociali e tendenzialmente omogeneizzanti, di cui il pensiero unico che prescrive l'assenza di alternative a questa fase economico-politica ed esistenziale è l'esempio più tangibile.
Obiettivo di questa sezione tematica sarà dunque quello di indagare lo stato di salute della differenza, tanto come generatore teorico di diversità e quindi di prospettive e concetti filosofici, quanto come, nella sua dimensione empirica e sociale, elemento comparativo di soggettivazione.
Linee generali di intervento:
– ricognizioni genealogiche dell'empirismo trascendentale deleuziano (Maimon, Nietzsche, Bergson, Simondon).
– il campo trascendentale impersonale in Sartre, Hyppolite, Deleuze, Derrida.
– analisi critica del rapporto tra pensiero e desiderio in Deleuze: da Differenza e ripetizione a L'anti-Edipo.
– sviluppi teorici recenti rispetto al Poscritto sulle società di controllo (Stiegler, Negri e Hardt, Lazzarato).
– Atto di creazione e creatività del marketing: sintomi della stupidità sistemica.
Periodo: Novembre.
Modalità: Seminario e/o giornata di studi.
Call for papers: Abstract (max 1.500 caratteri spazi inclusi) da inviare entro il 15 ottobre 2013 all’indirizzo vignola_paolo@yahoo.it

Identità e differenze religiose a partire dal pensiero di Lessing
(a cura di Elisabetta Colagrossi)
Il tema della differenza, che attraversa l’intero pensiero occidentale e il cui atto di nascita potrebbe essere fissato nel «parricidio di Parmenide» contenuto nel Sofista platonico (241 d), necessario per pensare il non-essere come differenza, riceve, nel corso della modernità e della scoperta del pluralismo religioso, una declinazione peculiare. Il lungo lavoro di pensiero che la modernità vive nello sforzo di conciliare universalità e particolarità religiosa, identità e differenza, singolarità e alterità, trova un paradigmatico punto di sintesi nel dramma teatrale di G. E. Lessing Nathan il saggio e nella Parabola dei tre anelli che ne costituisce il centro ideale.
La proposta di questa sezione tematica intende indagare le potenzialità speculative ancora impensate di quel testo in particolare, e della filosofia della religione lessinghiana più in generale, riflettendo sull’apporto che essi possono offrire all’attuale dialogo interreligioso. La sfida che viene dal nostro tempo, si potrebbe definire sfida della convivenza tra differenze, della condivisione di uno spazio comune tra diversi, che non omologhi le singolarità culturali e religiose, ma riconosca a ciascuna diritto di cittadinanza.
Linee generali di intervento:
- Pluriprospettivismo religioso
- Rapporto fra trascendentalismo e storicità delle religioni
- Relazioni con teologie inclusiviste, esclusiviste, pluraliste
- Dialogo tra cristianesimo, ebraismo, islam
- Rapporti con l’idea del Weltethos di Hans Küng
- Rapporto tra filologia e Sacre Scritture
- Prospettive di storia del dialogo tra le religioni nella filosofia occidentale
Periodo di presentazione: Novembre-dicembre.
Modalità di presentazione: Giornata di studi.
Call for papers: Abstract di max. 1500 caratteri (spazi inclusi) più breve CV a elisabettacolagrossi@live.it entro il 30 ottobre 2013.

Dialettica, ontologia, differenza. Heidegger interprete di Hegel
(a cura di Roberto Morani)
Il pensiero hegeliano ha costituito per Heidegger un punto di riferimento e un termine di confronto essenziale nell’intero arco della sua produzione filosofica, dagli scritti giovanili a Essere e tempo (1927), dai testi degli anni Trenta fino agli ultimi seminari degli anni Settanta.
Ripercorrendo le tappe principali in cui si articola questo ininterrotto dialogo, si vede come Heidegger si rapporti a Hegel in modo costantemente oppositivo, sebbene il profilo e il significato delle sue critiche mutino con l’evolversi del suo itinerario speculativo: da un’iniziale contrapposizione radicale all’impianto dialettico hegeliano, che permane per tutti gli anni Venti, si passa nel decennio successivo a un parziale riconoscimento della profondità e della centralità della filosofia hegeliana.
Questa sezione tematica si propone di mettere a fuoco alcuni aspetti e momenti fondamentali del confronto di Heidegger con Hegel, di evidenziare i luoghi e i motivi delle divergenze o delle affinità tra le due elaborazioni teoriche, con particolare riguardo al tema decisivo della differenza, sia dialettica sia ontologica, che costituisce uno dei nuclei concettuali fondamentali del pensiero contemporaneo.
Linee generali di intervento:
- la contrapposizione del giovane Heidegger nei confronti del sistema hegeliano
- la critica alla concezione hegeliana del tempo negli anni Venti
- il confronto con la Fenomenologia dello spirito negli anni Trenta e Quaranta
- il confronto con la concezione hegeliana della negatività nel contesto dell’Ereignisdenken
- la logica hegeliana come simbolo della costituzione onto-teologica della metafisica
- figure e momenti del pensiero hegeliano considerati in relazione all’interpretazione di Heidegger
- ontologia, linguaggio e differenza tra Hegel e Heidegger
Periodo: Dicembre
Modalità: Seminari o giornata di studi
Call for papers: Abstract (max 1.500 caratteri spazi inclusi) più breve CV da inviare entro il 31 ottobre 2013 all’indirizzo robertomorani@virgilio.it.

Derrida. Scrittura, differenza e différance
(a cura di Giuseppe Zuccarino)
Tra i filosofi degli ultimi secoli che hanno maggiormente rinnovato il modo di pensare la differenza, specie in rapporto alla scrittura, c’è sicuramente Jacques Derrida. Egli ha ritenuto persino necessario coniare un neologismo, quello di différance (vocabolo graficamente anomalo, in quanto scritto con la «a» al posto della «e»), per indicare, in maniera simultanea e inscindibile, due fenomeni: il differire (l’essere diverso di una cosa rispetto ad un’altra) e il differimento (la dilazione, l’intervallo spazio-temporale). Si tratterà dunque, a quasi mezzo secolo di distanza dalla celebre conferenza di Derrida La différance, o da altri suoi libri non meno noti, come De la grammatologie e L’écriture et la différence, di considerare in maniera retrospettiva le novità apportate dal modo in cui il filosofo francese ha considerato la scrittura e, al tempo stesso, di indagare sui possibili prolungamenti dell’impiego dei concetti da lui proposti, in riferimento all’ambito teorico attuale.
Linee generali di intervento:
– Riflessioni sui concetti derridiani di scrittura, archi-scrittura e traccia.
– Le varie forme di scrittura (geroglifica, ideografica, alfabetica, ecc.) e le loro implicazioni, a giudizio degli esponenti della tradizione filosofica e di Derrida.
– Le «fonti» del concetto di différance (Hegel, Nietzsche, Freud, Saussure, Heidegger, Levinas).
– Sviluppi recenti delle elaborazioni teoriche derridiane, anche in rapporto alle forti trasformazioni delle tecnologie comunicative.
Periodo: Dicembre
Modalità: Giornata di studi
Call for papers: Abstract (max 1.500 caratteri spazi inclusi) da inviare entro il 31 ottobre 2013 all’indirizzo giuseppe.zuccarino@gmail.com