venerdì 26 ottobre 2012

PAOLO CAMPIGLIO: LUCIO FONTANA. L'ARLECCHINO - CHARTA 2010

PAOLO CAMPIGLIO
LUCIO FONTANA. L'ARLECCHINO
Charta, 1/1/2010

Il ritorno in Italia di Lucio Fontana nella primavera del 1947, dopo la parentesi argentina degli anni di guerra, è in una Milano che si prepara a quella rinascita artistico-culturale che ha segnato gli anni Cinquanta. Nel luglio aveva debuttato al Piccolo Teatro l'Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni con la regia di Giorgio Strehler, il pubblico tributò un successo clamoroso a una non più paludata maschera classica divenuta simbolo della libertà riconquistata e della forza della risata irriverente contro ogni costrizione dei poteri costituiti. La realizzazione ex novo del Cinema Arlecchino si innesta nell'ambito della ricostruzione di locali e spazi del centro cittadino, nella nuova architettura Arlecchino diviene omaggio alla rinascita milanese e al colore, e al significato che il nuovo cinema in technicolor assumeva in una Milano che fino ad allora aveva visto solo in bianco e nero, un omaggio delle arti visive a una nuova frontiera nella storia del cinematografo. Dalla soglia ben visibile sospesa al soffitto della hall la scultura a mosaico e sotto lo schermo un lungo fregio in ceramica policroma su temi di battaglia e lotta la cui policromia a luci spente assumeva magiche colorazioni grazie alle lampade di Wood e alle speciali vernici dalle quali era ricoperto.