venerdì 19 ottobre 2012

IN ASTRATTO - CAMEC, LA SPEZIA



IN ASTRATTO
Arte astratta in Italia 1930-1980
a cura di Matteo Fochessati
CAMEC La Spezia
piazza Cesare Battisti 1 - La Spezia
dal 20/10/2012 all'1/4/2013

Comitato scientifico: Roberta Cremoncini, Eliana Mattiauda, Marzia Ratti, Francesca Serrati

Con l’istituzione del CRAC Centro Regionale per l’Arte Contemporanea della Liguria, ufficialmente sancita lo scorso febbraio, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Liguria - grazie all’attività di coordinamento svolta dalla Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo e alla collaborazione con i comuni di Genova, La Spezia e Savona e di Palazzo Ducale-Fondazione per la Cultura di Genova - ha posto le basi, all’interno di un più complessivo progetto organizzativo dei musei operanti sul territorio, per una rete di cooperazione tra le principali istituzioni pubbliche finalizzate alla promozione dell’arte contemporanea. 
La prima importante iniziativa messa in cantiere dal CRAC è rappresenta dalla mostra In Astratto Abstraction in Italy 1930-1980 / Arte astratta in Italia 1930-1980, curata da Matteo Fochessati e organizzata dal comitato scientifico del Centro regionale per l’Arte Contemporanea della Liguria, del quale fanno parte, oltre alla Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo, il Museo d’arte contemporanea di Villa Croce di Genova, il CAMeC della Spezia e Palazzo Gavotti di Savona - Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo. 
In Astratto ha inaugurato il 26 giugno alla Estorick Collection di Londra, prestigiosa sede museale della capitale inglese interamente dedicata all’arte italiana del ‘900 (www.estorckcollection.com). Unica tappa italiana, qui al CAMeC della Spezia a partire dal 20 ottobre. 
La mostra, accompagnata da un ricco catalogo, sostenuto per l’edizione spezzina da Ligurian Ports, intende presentare il peculiare percorso artistico espresso dalla pittura italiana del Novecento - dagli anni Trenta sino ai primi anni Ottanta - nell’ambito delle differenti declinazioni del linguaggio aniconico. L’esposizione si struttura attraverso una selezione di opere provenienti esclusivamente dalle tre principali istituzioni museali liguri dedicate all’arte contemporanea, che in questi ultimi anni hanno incrementato il loro patrimonio artistico attraverso l’acquisizione di alcune prestigiose raccolte private. 
Il CAMeC della Spezia ha acquisito agli inizi del 2000 la collezione di Giorgio Cozzani, dedicata a un’estesa e capillare documentazione delle diverse tendenze espressive del XX secolo. Questa raccolta si è integrata, all’interno del percorso espositivo del museo, con le opere acquistate dal Comune della Spezia in occasione delle diverse edizioni del Premio del Golfo (1949-1965) che, inaugurato negli anni Trenta sotto gli auspici del Futurismo, proseguì nel dopoguerra attraverso una serie di importanti rassegne delle principali correnti artistiche dell’epoca. 
Il Museo d’arte contemporanea di Villa Croce di Genova ospita la collezione di Maria Cernuschi Ghiringhelli che, costituita da 233 opere (tra dipinti, sculture e lavori su carta), testimonia un percorso trentennale nella ricerca artistica astratta del ‘900. Maria Cernuschi, moglie di Virginio (detto Gino) Ghiringhelli, pittore e proprietario della galleria milanese Il Milione, diede avvio già a partire dagli anni ’30 alla sua attività collezionistica dedicata a dipinti, disegni, sculture, grafiche di arte astratta, italiana e straniera. 
Le opere provenienti da Palazzo Gavotti, Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo di Savona appartengono infine alla cospicua collezione donata da Milena Milani, scrittrice, giornalista, artista visuale e esponente di primo piano del movimento spazialista di Lucio Fontana. Compagna di Carlo Cardazzo, uno dei più importanti galleristi italiani del dopoguerra, la stessa Milani fu protagonista di alcune rilevanti fasi di ricerca artistica dell’epoca, spesso strettamente connesse alla vita culturale di Savona e di Albisola. 
La mostra si prefigge dunque un duplice obiettivo: innanzitutto quello di presentare a un audience internazionale questo importante patrimonio artistico, promuovendone la conoscenza e la diffusione e valorizzando i potenziali percorsi di integrazione tra le differenti collezioni. In secondo luogo, proprio grazie alla significativa presenza all’interno delle singole raccolte di rilevanti nuclei di arte astratta italiana, è possibile tracciare un percorso coerente e omogeneo tra le diverse fasi della ricerca aniconica del Novecento. 
Attraverso le opere di Bogliardi, Fontana, Ghiringhelli, Licini, Magnelli, Munari, Radice, Reggiani, Rho e Soldati, l’esposizione prende avvio dalle esperienze concretiste degli anni Trenta, sviluppatesi intorno all’attività della Galleria Il Milione e alla complessiva attività promozionale e teorica che, in stretto contatto con il contesto artistico internazionale, si manifestò in quegli anni a Milano a favore delle tendenze emergenti. 
Quest’area di ricerca trovò ulteriori esiti espressivi nell’ambito delle esperienze del MAC (Movimento Arte Concreta), fondato a Milano nell’immediato dopoguerra e la cui attività si diffuse capillarmente a livello nazionale attraverso la rete dei diversi gruppi locali, tra i quali quello ligure, di cui sono documentate in mostra le voci più significative (Allosia, Mesciulam e Oberto). 
In contrasto con la lezione stilistica e i peculiari modelli di riferimento culturale di tale fenomeno, in questi anni emersero tuttavia in Italia una serie di ricerche pittoriche riconducibili - ad esempio attraverso le opere di Renato Birolli, Giuseppe Capogrossi, Emilio Scanavino e Emilio Vedova - alla poetica dell’Informale e alle sue differenti specificità linguistiche di segno, gesto e materia. Alcuni tra i protagonisti di questo complesso dibattito artistico - basti solo citare i nomi di Lucio Fontana e Piero Manzoni - aprirono quindi la strada, a fianco di artisti come Enrico Castellani e Antonio Bonalumi, alle tensioni espressive dell’arte concettuale e a inediti approcci estetici nei confronti della ricerca pittorica. 
Se le emergenti tendenze neoconcretiste e gestaltiche diedero vita a esperienze di indirizzo ottico-percettivo, come quelle rappresentate in mostra da Gianni Colombo, Dadamaino e Franco Grignani, la specifica azione analitica e il grado zero espressi dalla pittura di Fontana e Manzoni rappresentarono, a partire dai primi anni Settanta, un apporto fondamentale per le successive sperimentazioni linguistiche nell’ambito dell’area di ricerca della Pittura Analitica. 

La mostra ordinata attraverso sei sezioni tematiche e cronologiche (Astrazione storica; Il MAC e le ricerche concretiste; Informale; Verso il concettuale; Ricerche ottico-percettive; Pittura Analitica-Nuova Pittura) presenta una selezione di opere dei seguenti artisti: Carla Accardi, Giuseppe Allosia, Renato Birolli, Oreste Bogliardi, Agostino Bonalumi, Pier Giulio Bonifacio, Rocco Borella, Antonio Calderara, Giuseppe Capogrossi, Margherita Carena, Enrico Castellani, Alfredo Chighine, Gianni Colombo, Roberto Crippa, Dadamaino, Piero Dorazio, Gianfranco Fasce, Lucio Fontana, Marco Gastini, Gino Ghiringhelli, Franco Grignani, Osvaldo Licini, Alberto Magnelli, Piero Manzoni,Galliano Mazzon, Giuliano Menegon, Plinio Mesciulam, Elisa Montessori, Ennio Morlotti, Bruno Munari, Gualtiero Nativi, Mario Nigro, Martino Oberto, Claudio Olivieri, Achille Perilli, Enrico Prampolini, Mario Radice, Mauro Reggiani, Regina, Manlio Rho, Piero Ruggieri, Emilio Scanavino, Paolo Scheggi, Turi Simeti, Raimondo Sirotti, Atanasio Soldati, Giulio Turcato, Valentino Vago, Emilio Vedova, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini.