giovedì 13 settembre 2012

GENIUS LOCI - PALAZZO SALUZZO DI PAESANA, TORINO



GENIUS LOCI
a cura di Enrico Debandi
Palazzo Saluzzo di Paesana
via della Consolata 1 bis - Torino
dal 14 al 29 settembre 2012

Artisti: Ray Caesar, Andrea Crosa, Nicus Lucà, Sven Marquardt, Marina Sent, Susanna Sent, Toshiro Yamaguchi

Sette artisti, da Canada, Germania, Giappone, Italia espongono a Torino a Palazzo Saluzzo Paesana, dal 14 al 29 settembre, una selezione di opere realizzate per l’occasione, partendo dalla riflessione sull’anima dei luoghi, nello specifico dell’Appartamento Padronale del palazzo.
La mostra, curata dal direttore artistico di Palazzo Saluzzo Paesana Enrico Debandi, gode del patrocinio del Comune di Torino e rende omaggio ad uno dei palazzi più interessanti della città attraverso un percorso artistico che mescola, reinventandoli, passato e contemporaneo, grazie ai lavori esposti di Ray Caesar, Andrea Crosa, Nicus Lucà, Sven Marquardt, Marina e Susanna Sent, Toshiro Yamaguchi.
Ciascun luogo ha un Genius loci, uno “spirito” proprio di un certo spazio fisico, determinato da un processo di deposito e di stratificazione di affetti, operato dalle diverse generazioni che lo abitano. Tale “spirito” è differente da luogo a luogo e conferisce al luogo stesso una propria identità contemporaneamente irripetibile e universale. Come sostiene Heidegger, “abitare non è primariamente occupare, ma l’avere cura e creare quello spazio nel quale qualcosa di individuale sorge e prospera”. Lo storico dell’architettura Christian Norberg-Schulz studia il modo di inserirsi dell’architettura nel territorio e le modalità in cui questa può trasformarlo in luogo; il Genius loci è il centro della sua riflessione come precisa identità, sempre riconoscibile, con caratteri che possono essere eterni o mutevoli.
A seguito di queste e altre considerazioni è progressivamente scaturita l’idea della mostra “Genius Loci”, nata intorno a quella che era l’antica funzione e destinazione d’uso degli ambienti dell’Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo di Paesana, uno dei più prestigiosi palazzi di Torino, dove le opere degli artisti presenti sono il frutto di una selezione e di una scelta di lavori già esistenti o progetti realizzati specificatamente per le sale dell’Appartamento e ispirati dal Genius loci che ancora oggi lo abita.
In particolare, il Genius loci di questo palazzo possiede qualità non comuni, data la storia dell’edificio. Nel 1715 il Conte Baldassare Saluzzo di Paesana, giunto all’apice della sua carriera, dava il via alla costruzione del grandioso Palazzo di famiglia collocato nell’area fino ad allora occupata dalla Piazza d’Armi della vicina Cittadella, teatro, a partire da quell’anno, della terza espansione urbanistica della città di Torino, voluta da Vittorio Amedeo II e affidata dopo l’assunzione del titolo di Re di Sicilia all’architetto messinese Filippo Juvarra. Il piano urbanistico dell’ampliamento occidentale, nel disegno dell’insieme, reca chiaramente i caratteri di città regale e allo stesso tempo delle mutate condizioni sociali del Piemonte, che si accingeva a vivere la grande stagione dell’Illuminismo. In sintonia con gli intenti del sovrano, il Palazzo completa il quadro urbano tramite la sua scenografia interna, resa magnifica nelle dimensioni grazie a una attenta distribuzione degli spazi abitativi e da reddito, destinati non esclusivamente alla famiglia ed alla servitù, ma anche alle diverse classi sociali.
L’ingegnere Giovanni Giacomo Plantery (Torino 1680-1756) realizza negli anni compresi tra il 1715 e 1722 un complesso edificio che ospita, con le diverse esigenze e la dovuta riservatezza, attività commerciali al piano terreno, appartamenti di rappresentanza e padronali al “piano nobile”, alloggi d’affitto destinati alla buona borghesia al secondo e terzo piano ed infine abitazioni destinate al popolo minuto nei mezzanini e nelle soffitte. Di fatto, grazie a questa innovativa tipologia edilizia che vede mischiati i vari ceti sociali, Plantery ottiene un volume inusuale per Torino, occupando interamente l’Isola di San Chiafredo e dando vita al più vasto e magnifico edificio nobiliare della Città che si impone ancora oggi per eleganza, monumentalità e proporzioni armoniose.
Quasi 300 anni di storia, di avvicendamenti abitativi e di variazioni distributive dovute alle esigenze economiche degli eredi di Baldassarre Saluzzo, hanno in gran parte cancellato il segno dei primi inquilini e del loro gusto estetico, soprattutto gli arredi mobili e le decorazioni interne realizzate dal pittore savonese Domenico Guidobono e dallo stuccatore luganese Pietro Somasso a partire dal 1718, negli stessi anni in cui erano impegnati nella decorazione delle stanze della Duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours a Palazzo Madama. Solamente all’interno dell’Appartamento Padronale, situato nell’angolo sud-est del Palazzo, gli ambienti conservano significative decorazioni e arredi settecenteschi, testimoni dell’antica magnificenza e dello splendore della Famiglia Saluzzo.
Anche se oggi non è immediato comprendere l’antica destinazione d’uso degli ambienti, le tracce superstiti delle decorazioni sono servite da spunto di riflessione per gli artisti, invitati ad evocare il Genius loci e a dialogare con esso attraverso le loro opere.

Immagine: Andrea Crosa