venerdì 31 agosto 2012

JOHN CAGE: MCA DNA - MCA, CHICAGO



JOHN CAGE
MCA DNA
Museum of Contemporary Art MCA
220 East Chicago Avenue - Chicago
dal 1/9/2012 al 3/3/2013

This exhibition traces the fruitful and decades-long intersection of the celebrated avant-garde composer and artist John Cage (American, 1912–92) with the Museum of Contemporary Art Chicago. Cage’s involvement with MCA Chicago dates back to the museum’s inaugural exhibition opening, in October 1967, of Pictures to be Read/Poetry to be Seen, where he performed with fellow Fluxus collaborators Dick Higgins and Allison Knowles. Over the years he returned numerous times to Chicago, where he had lived in the early 1940s, often stopping at the MCA to execute various projects or see friends. Other artists frequently performed Cage’s works, notably pioneering video artist Nam June Paik and cellist Charlotte Moorman in a 1969 program titled Mixed Media that featured Variations III and 26’1.1499” for a String Player.
Perhaps his best-known project associated with MCA Chicago was part of the 1982 New Music America festival. For this pioneering music festival, organized by the MCA, Cage realized A Dip in the Lake: Ten Quicksteps, Sixty-two Waltzes, and Fifty-six Marches for Chicago and Vicinity (1978), a score created on a map of Chicago. Now in the MCA Collection, this important work is featured in the exhibition along with associated materials demonstrating how to interpret the score. Also on view are scores and books drawn from the over eighty items that represent Cage in the MCA Artists’ Books Collection, accompanied by ephemeral materials such as letters written to MCA staff and other historical documents that trace Cage’s legacy at the MCA. This exhibition is mounted in conjunction with John Cage’s centenary year.
MCA DNA: John Cage is part of an ongoing exhibition series featuring works that constitute the building blocks of the MCA Collection. This exhibition is curated by MCA Curator Lynne Warren.  

GIOVANNI ANSELMO - TUCCI RUSSO, TORRE PELLICE



GIOVANNI ANSELMO
Tucci Russo
Via Stamperia 9 - Torre Pellice
dal 13/5/2012 al 30/9/2012

Giovanni Anselmo nella mostra presente alla galleria Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea evidenzia due aspetti del suo lavoro espressi nelle opere “Direzione” e “Oltremare”. Entrambi fanno parte di un unico tema: l’Energia che ci lega al mondo, detta le “regole” del nostro esistere e che l’artista evidenzia nel suo procedere artistico.
“Dal 1967 ho iniziato a intitolare DIREZIONE opere in cui l’ago magnetico era inserito in vari materiali, quali formica, legno, stoffa, cemento, pietra, terra. Anche se composte da forme e materiali differenti, ognuna di queste opere assumeva sempre l’orientamento nord-sud secondo l’ago magnetico e non secondo l’orientamento dello spazio chiuso della stanza in cui l’opera era installata. Nel 1967-68 una di queste Direzioni era costituita da un telo steso a terra e inumidito affinché fosse aderente al pavimento, su cui sono poi intervenuto spingendo un contenitore di vetro, al cui interno era posto l’ago magnetico, verso la direzione nord-sud indicata dall’ago magnetico stesso. Agivo in modo da formare una sorta di scia che l’energia dei campi magnetici, continuando a orientare l’ago, manteneva viva”.
DIREZIONE, 1967. “Il lavoro è costituito da una “massa” (di legno, rivestita di formica nera, vuota all’interno, a base triangolare) sulla quale applico un ago magnetico che orienta tale “massa” secondo la direzione della linea di forza del campo magnetico terrestre.”
“Il termine OLTREMARE definisce il colore blu che nel passato veniva importato da oltremare. Lo stimolo che può offrire non è solo visivo, ma anche mentale, indica un luogo al di là delle pareti della galleria verso cui si volgono insieme le opere e lo spettatore. È comunque un luogo che c’è, perché dovunque si vada, sempre esiste un oltremare più in là.” 

HOSEA JAFFE: LA GERMANIA - JACA BOOK 2012

HOSEA JAFFE
LA GERMANIA
Verso il nuovo disordine mondiale
Jaca Book, 7/6/2012
collana "DF/Politica internazionale"

Nel 1994 l'economista inglese Hosea Jaffe componeva questo breve libro unendo tre testi e realizzando un'opera totalmente politically incorrect. La Germania stava prendendo per mano l'Europa, non solo per farle pagare la sua unificazione, ma per costringere i Paesi europei mediterranei a un'impossibile rincorsa al PIL e ad altri parametri dello sviluppo, distraendoli da politiche sociali, cioè da quella conquista che fu lo "Stato sociale". Politiche di ostacolo al progetto delle multinazionali tedesche - e non solo tedesche - e della Bundesbank, il tutto con l'aggiunta del keynesismo di guerra, il ricorso, cioè, a guerre locali devastanti ed ecologicamente catastrofiche, spesso giustificate con pretesti umanitari. La Comunità Europea, trasformata in Unione Europea dell'Euro, seguendo la Germania, ha aumentato il divario poveri/ricchi all'interno e ha reso neocolonia il suo Est. Ha condotto alla crisi profonda i suoi membri mediterranei e non solo, ha reso abituale il ricorso a interventi militari, ha esautorato il pensiero e l'azione politica. L'economista inglese di origine sudafricana, allora nei suoi 74 anni, aveva previsto con drammatica lucidità la corsa nel fosso dei Paesi europei, come i ciechi del dipinto di Bosch. Ripubblicare questo libro, a diciotto anni di distanza, ha il significato di dirsi che "capire è possibile": si vedeva da allora la corsa allegorica nel fosso dei Paesi europei e i costi deflagranti per le periferie dell'Europa e per altri Paesi colonizzati dall'Europa stessa. 

JULIEN RIES: PREISTORIA E IMMORTALITÀ - JACA BOOK 2012

JULIEN RIES
PREISTORIA E IMMORTALITÀ
La vita dopo la morte nella preistoria e nelle civiltà orali
Jaca Book, 5/4/2012
collana "Enciclopedia delle religioni"

Nella costruzione dell'Antropologia religiosa da parte di Julien Ries, studioso delle religioni mediterranee e mediorientali, l'incontro con la preistoria è stato particolarmente proficuo. Sia con quella che oggi chiamiamo paleoantropologia, e cioè lo studio delle origini dell'uomo, riconosciute dalla metà del secolo scorso a oltre 2 milioni di anni fa, sia con l'esplosione degli studi sull'arte rupestre dell'ultimo Paleolitico e del Neolitico a partire da 40.000 anni prima di Cristo. Questo volumetto concerne anzitutto le culture e le civiltà prima della nascita delle cosiddette "grandi religioni", ma i segni dell'homo religiosus, e cioè le costanti del sacro simbolo, mito e rito -, sono già evidenti. Si tratta di una straordinaria evidenza a livello simbolico e rituale, anche se non abbiamo il racconto mitico trasmesso per iscritto. Il tema della vita dopo la morte appare da plurime tracce. L'uomo religioso di centinaia di migliaia di anni fa cura le sepolture dei suoi defunti con fiori, oggetti e segni che devono accompagnarli nella vita in un altro mondo. 

INCONTRO CON ARTURO SCHWARZ - SOMS, SUSSISA


giovedì 30 agosto 2012

NEWTOPIA - MECHELEN



NEWTOPIA
curated by Katerina Gregos
Mechelen
31/8/2012 - 10/12/2012

More than sixty years after the Declaration of Human Rights, the protection of human rights is still an urgent global issue. NEWTOPIA: The State of Human Rights is a major international contemporary art exhibition dedicated to human rights. It will chart the development of the human rights movement and its evolving discourse since the post-war era. NEWTOPIA will explore the numerous, complex, and multi-faceted issues pertaining to human rights. The exhibition will be divided into several thematic chapters that trace the development of human rights and their rise, particularly since the 1970s. It will negotiate the different and complex facets of human rights: from civil and political rights, social, economic and cultural rights, to the right to sustainable development, to peace, and to a healthy environment, while emphasizing the indivisible, interrelated, and interdependent nature of these rights.
NEWTOPIA will be on view in Mechelen, Belgium, from 1 September to 10 December 2012, and will feature a satellite exhibition in Brussels. NEWTOPIA will present more than 70 acclaimed and emerging artists working in diverse media. Many of them come from countries and regions where human rights have been or still are a particularly contested issue such as the Arab World, China, Latin America, and the former Soviet Republics. Half of the artists come from non-Western countries.

Participating artists include: Ravi Agarwal (India), Kader Attia (France/Algeria), Yael Bartana (Israel), Sammy Baloji (DR Congo), Taysir Batniji (Palestine), Ali Ferzat (Syria), Ziyah Gafiç (Bosnia/Herzegovina), David Goldblatt (South Africa), Hans Haacke (Germany/USA), Mona Hatoum (Lebanon/UK), Diango Hernandez (Cuba), Alfredo Jaar (Chile), Hayv Kahraman (Iraq), Nikita Kadan (Ukraine), Thomas Locher (Germany), MadeIn (China), Boniface Mwangi (Kenya), Marina Naprushkina (Belarus), Taryn Simon (USA). For the full list of participating artists, to date, see www.newtopia.be. The complete list will be released on 18 June.

Important art historical positions such as Cengiz Çekil (Turkey), Eduardo Gil – El Siluetazo (Argentina), Lynn Hershman Leesson (USA), and Jan Švankmajer (Czech Republic), among others, will also be included. There will be two new commissions in public space, a large-scale video installation by the internationally renowned Polish artist Krysztof Wodiczko and a mural by the Egyptian artist Ganzeer, who has been the driving force behind the visuals in public space for the Egyptian revolution. Finally, there will also be a curated exhibition within the exhibition itself; South African, Brussels-based artist Kendell Geers decided to open up his solo invitation to NEWTOPIA and invite guests and friends to share their personal visions and interpretations of the complex subject of human rights. His project includes, among others, Marina Abramovic, Barbara Kruger, Ilya & Emilia Kabakov, Nedko Solakov, and Zapiro.

NEWTOPIA is curated by Katerina Gregos, who is currently on the curatorial team of Manifesta 9, and was curator of the exhibition Speech Matters for the Danish Pavilion at the 54th Venice Biennale (2011).

Newtopia is configured in the form of a parcours that will entail a rich combination of historical and cutting-edge art, all easily accessible on foot in the city centre of Mechelen.
It will take place in some of Mechelen's prominent cultural institutions, which include, among others: Mechelen Cultural Centre; Lamot Conference and Heritage Centre; the Academy of Fine Arts; Museum Hof Van Busleyden; and the public space. 

LEONARDI V-IDEA E LA MUSICA CONTEMPORANEA - MUSEO DI VILLA CROCE, 31/8/2012



"Sotto la buona stella"
LEONARDI V-IDEA E LA MUSICA CONTEMPORANEA
Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce
via Jacopo Ruffini 3 - Genova
venerdì 31 agosto 2012, ore 16,30 - 20,00

A conclusione della mostra “Sotto la Buona stella. Rosa Leonardi: 40 anni di ricerche dall’astrattismo alla video arte” in corso presso il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, venerdì 31 agosto 2012 alle ore 17.30 avrà luogo nella Sala Conferenze del Museo un incontro dedicato agli aspetti dell’attività di Studio Leonardi V-idea legati alla musica contemporanea.
All’incontro, preceduto alle 16,30 da una visita guidata della mostra, prenderanno parte Roberto ALOI, Mara BORZONE, Roberto DOATI e Alessandra VISENTIN.

Roberto Doati rievocherà fra l’altro la collaborazione, promossa da Rosa Leonardi, con Angela Carravieri che portò alla creazione di un video di cui compose il testo musicale.
Mara Borzone interverrà sulla preparazione della mostra “Vita musicale fiorentina” e sulle figure di Giuseppe Chiari e Pietro Grossi.
Roberto Aloi parlerà dei suoi contributi all’attività della galleria nel campo della video-danza.
Alessandra Visentin presenterà un quadro della sezione d’impronta musicale della videoteca Leonardi –V-idea.

Nel corso dell’incontro verranno proiettati alcuni video attinenti agli argomenti trattati.

Roberto G.B. Aloi nei primi anni settanta è stato chitarra solista in vari complessi pop. A partire dagli anni 80 è cominciata la sua scoperta della musica elettronica e della colonna sonora. Sia con collaborazioni con vari artisti (tra gli altri Gianni Martini), sia singolarmente, ha elaborato le musiche di vari spettacoli: Storie in Verticale (performance multimediale), Segnali dal Mare (spettacolo di danza contemporanea), Trasparenza (performance multimediale). A partire dal 1988 ha iniziato un percorso artistico sul video, come video di documentazione e video-arte.

Mara Borzone, è storica dell’arte e curatrice indipendente. Ha insegnato per molti anni la materia in vari licei liguri. Ha organizzato e presentato numerose mostre d’arte contemporanea, collaborando fra l’altro con la galleria Il Gabbiano di Spezia, Unimedia e Studio Leonardi, in particolare negli ambito della poesia visiva, di Fluxus, e delle interferenze arti visive-musica. Dal 2004 al 2007 stata assistente di Bruno Corà al CAMeC di La Spezia. Collabora a quotidiani e riviste del settore, fra cui Juliet (dal 1984).

Roberto Doati inizia la sua attività musicale nei primi anni ‘70 passando dall’improvvisazione libera (contrabbasso) alle esperienze di taglio e montaggio del nastro magnetico. Dal 1974 al 1980 è assistente di Ida Gianelli presso Samangallery, punto di riferimento dell’arte contemporanea nella Genova degli anni ’70.
Segue quindi i corsi di musica elettronica di Albert Mayr a Firenze e di Alvise Vidolin a Venezia. Dal 1983 al 1993 collabora con il Settore Musica (in particolare con Mario Messinis) e il Laboratorio di Informatica Musicale della Biennale di Venezia (L.I.M.B.) per la cura di pubblicazioni e l’organizzazione di diverse iniziative fra cui l’esposizione “Nuova Atlantide. Il continente della musica elettronica” insieme ad Alvise Vidolin.
Dal 1988 al 1993 ha insegnato Informatica Musicale presso la Scuola di Musicologia e Pedagogia Musicale dell’Università di Macerata in Fermo. Dal 2005 è docente di Musica Elettronica presso il Conservatorio “Niccolò Paganini” di Genova. Sue composizioni sono state eseguite e premiate in importanti festival internazionali.

Alessandra Visentin, storica dell’arte e studiosa della produzione videomusicale, ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Genova con una tesi sull’archivio video dello Studio Leonardi ed ha curato la sezione video di “Sotto la buona stella”. 

LAURENCE DAHAN-GAIDA: TEMPS, RYTHMES, MESURES - HERMANN 2012

LAURENCE DAHAN-GAIDA
TEMPS, RYTHMES, MESURES
Figures du temps dans les sciences et les arts
Hermann, septembre 2012

À la fois omniprésent et incernable, le temps est une dimension omniprésente de nos existences, indissociable de notre rapport au cosmos, à la vie biologique, à la conscience mais aussi à l’histoire, à la culture et à la société. Parce qu’elle est au confluent de plusieurs champs d’expérience et de réflexion, la question du temps offre une passerelle privilégiée pour croiser des approches rarement invitées à se rencontrer : celles des sciences d’un côté (physique, biologie, médecine, cosmologie), celles des arts de l’autre (littérature, cinéma, arts plastiques, musique, théâtre).
Au-delà des questions qui touchent à la réorganisation des partages cognitifs et disciplinaires (entre sciences et arts), l’objectif de cet ouvrage est de montrer la fécondité des transferts épistémologiques entre ces deux domaines. D’un côté, les sciences constituent un réservoir inépuisable pour les arts, auxquels elles proposent une multiplicité de modèles du temps opérant à différentes échelles : temporalités non linéaires, réversibles, cycliques ou emboîtées, qui peuvent être dynamisées par des bifurcations, des catastrophes ou des phénomènes d’émergence imprévisibles.
De l’autre, les arts sont un lieu privilégié de modélisation, d’exposition et de mise à l’épreuve de modèles temporels, qui tantôt croisent la rationalité dominante (sciences, historiographie), tantôt en réactivent des dimensions occultées (mythe, rite, etc.). Frayant à la fois dans l’imaginaire et le rationnel, ces représentations du temps permettent d’exhiber la complexité d’un phénomène qui ne peut être appréhendé que dans l’entre-deux des savoirs et des arts. 

SIMON MERLE: SUPER-HEROS ET PHILO - BREAL 2012

SIMON MERLE
SUPER-HEROS ET PHILO
Brèal, septembre 2012

Le monde des Super-héros est brutal, coloré, fantaisiste... Nous sommes tous, quelque soit notre âge, fascinés et pris dans la toile de ces récits imaginaires. Mais pourquoi y voir matière à réflexions philosophiques ? Les Super-héros, malgré leurs super-pouvoirs, sont vulnérables et sont le reflet à peine déformé de l espèce humaine. À travers leur double identité, ils incarnent à la fois l humain, avec toutes ses faiblesses, et une perfection physique et morale, qui tend vers le surhumain. Ils sont un miroir grossissant dans lequel nous pouvons contempler notre condition et nous interroger : qui sommes-nous ? Quel est notre devoir ? Que peut-on espérer ? Le détour par la fiction est parfois nécessaire pour faire tomber le masque et affronter les problèmes qui nous préoccupent dans la réalité. Ainsi, à travers l exemplarité du super-héros, c est finalement notre humanité que nous essayons de comprendre et notre monde que nous survolons.

Simon Merle : Double identité : professeur certifié de philosophie en lycée technique et général ; Super-pouvoirs : conceptualisation, argumentation et synthèse ; Costume : pantalon et chemise ; Exploits notables : Super Héros et philo est son premier fait héroïque. 

LA CENTRALE DEL LATTE DI GENOVA - PALAZZO DELLA REGIONE, GENOVA


PROGRAMMARE L'ARTE - NEGOZIO OLIVETTI, VENEZIA



PROGRAMMARE L'ARTE
a cura di Marco Meneguzzo, Enrico Morteo e Alberto Saibene
Negozio Olivetti
piazza San Marco 101 - Venezia
dal 30 agosto al 14 ottobre 20112

Dal 30 agosto al 14 ottobre - La mostra “Programmare l'arte. Olivetti e le neoavanguardie cinetiche” riprende, a cinquant'anni di distanza, l'esposizione che ebbe luogo nel Negozio Olivetti di Milano e poi in quello di piazza San Marco nel 1962, curata al tempo da Bruno Munari e corredata da un testo in catalogo a firma di Umberto Eco.
La mostra è un evento collaterale della 13. Mostra Internazionale di Architettura – la Biennale di Venezia
L'arte programmata e cinetica è una corrente artistica internazionale che si è affermata e ha trovato diffusione verso la fine degli anni Cinquanta, soprattutto a opera di artisti come Victor Vasarely, Bruno Munari, Jesùs Rafael Soto, Enzo Mari, Paul Bury. Questi artisti sperimentano una gamma ricchissima di possibilità di movimento nell'opera d'arte, da quelle meccaniche a quelle luminose o elettromagnetiche, dando vita a strutture mobili e continuamente variabili, ma che obbediscono a un calcolo e a un programma rigorosi, di tipo quasi scientifico.
Olivetti in quel periodo era un riferimento naturale in Italia come luogo dove si combinavano felicemente estetica, produzione e mercato secondo la lezione di Adriano Olivetti e infatti l'azienda fece girare la mostra in molte sue sedi italiane, europee e statunitensi.
Le opere esposte appartengono agli artisti del Gruppo T (Anceschi, Boriani, Colombo, De Vecchi, Varisco), del Gruppo N (Biasi, Chiggio, Costa, Landi, Massironi), oltre a Munari, Mari e Alviani.
Verranno allestite 13 opere scelte dai curatori Marco Meneguzzo, critico d'arte, curatore e docente di Storia dell'Arte Contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Brera, Enrico Morteo, architetto, storico e critico di design e architettura e Alberto Saibene, storico dell'industria, autore di documenti televisivi, organizzazione culturale di festival e incontri letterari.
Altri materiali affiancheranno le opere come il cortometraggio prodotto dalla Olivetti nel 1962 in occasione della mostra; il documentario su Elea 9000, primo computer main frame prodotto da Olivetti, regia di Nelo Risi, musiche di Luciano Berio; i programmi originali della mostra con la grafica di Enzo Mari; le fotografie di Mario Dondero dell'inaugurazione della mostra di Milano. 

SOUNDS LIKE SILENCE - HARTWARE MEDIENKUNSTVEREIN, DORTMUND



SOUNDS LIKE SILENCE
Cage – 4’33” – Silence (1912 – 1952 – 2012)
Concept: Dieter Daniels
Curators: Inke Arns, Dieter Daniels
Hartware MedienKunstVerein (HMKV) at Dortmunder U
Dortmunder U – Zentrum für Kunst und Kreativität
Leonie-Reygers-Terrasse - Dortmund
25 August 2012–6 January 2013

In 2012 the world celebrates the centenary of John Cage’s birth and the 60th anniversary of the premiere of the composer’s “silent piece” 4’33” (“four minutes, thirty-three seconds”). This composition in three movements without intentional sounds is Cage’s most prominent work today. The exhibition Sounds Like Silence, organized by Hartware MedienKunstVerein (HMKV), shows how artists continue to refer to 4’33”, whether explicitly or by addressing wider issues such as silence and sound ecology.
The exhibition focuses on current artistic and musical references to 4’33”.
Sounds Like Silence comprises works by Manon de Boer (NL/BE), John Cage (USA), Martin Creed (UK), Merce Cunningham (USA), Guy Debord (FR), Einstürzende Neubauten (DE), Pierre Huyghe (FR), Yves Klein (FR), Collective Actions (RU), Shigeko Kubota (JP/USA), Christian Marclay (USA), Bruce Nauman (USA), Max Neuhaus (USA), Nam June Paik (KR/DE), People Like Us (Vicki Bennett) (UK), Robert Rauschenberg (USA), Harald Schmidt (DE) & Helge Schneider (DE), Mladen Stilinovic (HR), Gillian Wearing (UK), and many more.
Sounds Like Silence opens on 24 August (19h) at Dortmunder U, jointly with the exhibition FLUXUS – Art for All! of the Museum Ostwall. Both exhibitions run until 6 January 2013.
Between the opening of the exhibition and the anniversary of the premiere of 4’33” on 29 August, HMKV will run a week-long programme of events with live performances and concerts (a.o. by Dave Allen), artist talks, a panel with the authors of the publication accompanying the exhibition, lectures, film screenings and field trips. The film programme includes documentaries about John Cage and others.
To mark the 60th anniversary of the premiere of the “silent piece” 4’33″ the HMKV organises a concert night around works by John Cage on 29 August. The programme starts with a live performance of Imaginary Landscapes No. 4 (1951) by 24 musicians, followed by 4’33″ in Concert, a programme of pieces by John Cage and original interpretations played by a jazz ensemble with Matthias Mainz, Simon Rummel, Angelika Sheridan, Vincent Royer and Carl Ludwig Hübsch. The evening concludes with the Williams Mix for magnetic tape (Original Version by John Cage, 1952) and the Williams Mix Extended for eight channel digital audio (2011) by Werner Dafeldecker and Valerio Tricoli.
The exhibition is accompanied by an extensive publication (Sounds Like Silence, ed. by Dieter Daniels and Inke Arns, Leipzig: Spector Books, 2012), which will be available at the venue. 

REINHOLD NIEBUHR: L'IRONIA DELLA STORIA AMERICANA - BOMPIANI 2012

REINHOLD NIEBUHR
L'IRONIA DELLA STORIA AMERICANA
Bompiani, 29/08/2012
collana "Il pensiero occidentale"

Reinhold Niebuhr è stato definito da Arthur Schlesinger "il teologo americano per eccellenza del Novecento" e "uno dei miei filosofi preferiti" da Barack Obama. Il suo capolavoro "L'ironia della storia americana" (1952) è un'interpretazione filosofica della storia degli Stati Uniti, nel contesto delle responsabilità globali seguite alla seconda guerra mondiale. Niebuhr ripercorre il ruolo di alcuni personaggi, a partire da Thomas Jefferson e Abraham Lincoln, e di alcuni concetti­chiave, dal messianismo al pragmatismo, fondamentali per la comprensione del "dilemma ironico" della potenza americana. Allo stesso tempo, il libro traccia un originale affresco teorico della guerra fredda. A partire dal conflitto col comunismo e dalla critica agli aspetti ingenui dell'idealismo e della società liberale, Niebuhr delinea una visione ancora attuale del futuro dell'America, basandosi sulle categorie del perdono e dell'umiltà. 

mercoledì 29 agosto 2012

ANTHONY GRAFTON - DANIEL ROSENBERG: CARTOGRAFIE DEL TEMPO - EINAUDI 2012

ANTHONY GRAFTON - DANIEL ROSENBERG
CARTOGRAFIE DEL TEMPO
Einaudi, 28/08/2012
collana "Saggi"

"Per molti versi, quest'opera è una riflessione sulle linee: che siano rette o curve, diramate o intersecate, semplici o arzigogolate, tecniche o artistiche, esse sono le componenti fondamentali dei diagrammi storici. Il nostro assunto è che la linea è una configurazione molto più complessa e ricca di sfumature di quanto si pensi abitualmente. Probabilmente gli storici di professione apprezzeranno con facilità questo aspetto del nostro libro. Tutti noi storici usiamo semplici diagrammi lineari nelle nostre lezioni ­ sono quelle che solitamente chiamiamo "linee del tempo" ­ e le troviamo molto efficaci. Noi le comprendiamo, i nostri studenti le comprendono; le linee trasformano meravigliosamente i ponderosi e analitici libri di storia in emozionanti narrazioni. Tuttavia, per quanto possano sembrare semplici e intuitive, queste linee del tempo hanno anch'esse, a loro volta, una storia. Non sono sempre state lì, a nostra disposizione, per aiutarci nelle nostre lezioni, e non hanno sempre assunto la forma che noi, senza pensarci troppo, attribuiamo loro": dalle immagini più antiche fino a quelle contemporanee, il tempo è sempre stato rappresentato come una linea. La metafora della linearità è quanto di più assodato e universalmente riconoscibile: basti pensare ai calendari, agli almanacchi o a qualunque altro tipo di registro di cui l'uomo si è servito. Persino il nostro linguaggio parla del tempo come un insieme di "prima" e di "dopo". 

LEONARDI V-IDEA E LA MUSICA CONTEMPORANEA - MUSEO DI VILLA CROCE, 31/8/2012



"Sotto la buona stella"
LEONARDI V-IDEA E LA MUSICA CONTEMPORANEA
Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce
via Jacopo Ruffini 3 - Genova
venerdì 31 agosto 2012, ore 16,30 - 20,00

A conclusione della mostra “Sotto la Buona stella. Rosa Leonardi: 40 anni di ricerche dall’astrattismo alla video arte” in corso presso il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, venerdì 31 agosto 2012 alle ore 17.30 avrà luogo nella Sala Conferenze del Museo un incontro dedicato agli aspetti dell’attività di Studio Leonardi V-idea legati alla musica contemporanea.
All’incontro, preceduto alle 16,30 da una visita guidata della mostra, prenderanno parte Roberto ALOI, Mara BORZONE, Roberto DOATI e Alessandra VISENTIN.

Roberto Doati rievocherà fra l’altro la collaborazione, promossa da Rosa Leonardi, con Angela Carravieri che portò alla creazione di un video di cui compose il testo musicale.
Mara Borzone interverrà sulla preparazione della mostra “Vita musicale fiorentina” e sulle figure di Giuseppe Chiari e Pietro Grossi.
Roberto Aloi parlerà dei suoi contributi all’attività della galleria nel campo della video-danza.
Alessandra Visentin presenterà un quadro della sezione d’impronta musicale della videoteca Leonardi –V-idea.

Nel corso dell’incontro verranno proiettati alcuni video attinenti agli argomenti trattati.

Roberto G.B. Aloi nei primi anni settanta è stato chitarra solista in vari complessi pop. A partire dagli anni 80 è cominciata la sua scoperta della musica elettronica e della colonna sonora. Sia con collaborazioni con vari artisti (tra gli altri Gianni Martini), sia singolarmente, ha elaborato le musiche di vari spettacoli: Storie in Verticale (performance multimediale), Segnali dal Mare (spettacolo di danza contemporanea), Trasparenza (performance multimediale). A partire dal 1988 ha iniziato un percorso artistico sul video, come video di documentazione e video-arte.

Mara Borzone, è storica dell’arte e curatrice indipendente. Ha insegnato per molti anni la materia in vari licei liguri. Ha organizzato e presentato numerose mostre d’arte contemporanea, collaborando fra l’altro con la galleria Il Gabbiano di Spezia, Unimedia e Studio Leonardi, in particolare negli ambito della poesia visiva, di Fluxus, e delle interferenze arti visive-musica. Dal 2004 al 2007 stata assistente di Bruno Corà al CAMeC di La Spezia. Collabora a quotidiani e riviste del settore, fra cui Juliet (dal 1984).

Roberto Doati inizia la sua attività musicale nei primi anni ‘70 passando dall’improvvisazione libera (contrabbasso) alle esperienze di taglio e montaggio del nastro magnetico. Dal 1974 al 1980 è assistente di Ida Gianelli presso Samangallery, punto di riferimento dell’arte contemporanea nella Genova degli anni ’70.
Segue quindi i corsi di musica elettronica di Albert Mayr a Firenze e di Alvise Vidolin a Venezia. Dal 1983 al 1993 collabora con il Settore Musica (in particolare con Mario Messinis) e il Laboratorio di Informatica Musicale della Biennale di Venezia (L.I.M.B.) per la cura di pubblicazioni e l’organizzazione di diverse iniziative fra cui l’esposizione “Nuova Atlantide. Il continente della musica elettronica” insieme ad Alvise Vidolin.
Dal 1988 al 1993 ha insegnato Informatica Musicale presso la Scuola di Musicologia e Pedagogia Musicale dell’Università di Macerata in Fermo. Dal 2005 è docente di Musica Elettronica presso il Conservatorio “Niccolò Paganini” di Genova. Sue composizioni sono state eseguite e premiate in importanti festival internazionali.

Alessandra Visentin, storica dell’arte e studiosa della produzione videomusicale, ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Genova con una tesi sull’archivio video dello Studio Leonardi ed ha curato la sezione video di “Sotto la buona stella”. 

CENTURY OF THE CHILD: GROWING BY DESIGN, 1900–2000 - MoMA, NEW YORK



CENTURY OF THE CHILD: GROWING BY DESIGN, 1900–2000
MoMA The Museum of Modern Art
11 West 53 Street - New York
29 July – 5 November 2012

MoMA’s ambitious survey of 20th century design for children is the first large-scale overview of the modernist preoccupation with children and childhood as a paradigm for progressive design thinking. The exhibition will bring together areas underrepresented in design history and often considered separately, including school architecture, clothing, playgrounds, toys and games, children’s hospitals and safety equipment, nurseries, furniture, and books.
In 1900, Swedish design reformer and social theorist Ellen Key’s book Century of the Child presaged the 20th century as a period of intensified focus and progressive thinking regarding the rights, development, and well-being of children as interests of utmost importance to all society. Taking inspiration from Key—and looking back through the 20th century 100 years after her forecast—this exhibition will examine individual and collective visions for the material world of children, from utopian dreams for the “citizens of the future” to the dark realities of political conflict and exploitation. In this period children have been central to the concerns, ambitions, and activities of modern architects and designers both famous and unsung, and working specifically for children has often provided unique freedom and creativity to the avant-garde. 

AMEDEO MARTEGANI: FRANE - BASE, FIRENZE




AMEDEO MARTEGANI
FRANE
L'impazienza della terra
BASE / Progetti per l’arte
via san Niccolò 18R - Firenze
27 giugno / 20 settembre 2012

BASE / Progetti per l’arte presenta la mostra di Amedeo Martegani dal titolo “Frane. L'impazienza della terra” pensata appositamente per l’occasione. Si tratta di un progetto che, come l'artista stesso dichiara, mette insieme: una serie di lavori dal 2004 ad oggi sul tema della disposizione delle rocce e dell'instabile conformazione della terra.

Amedeo Martegani, nato a Milano nel 1963, vive e lavora a Milano. Dal 1985 ha esposizioni personali da Massimo De Carlo, Milano, Galleria In Arco, Torino, Massimo Minini, Brescia, Raucci e Santamaria, Napoli, Emilio Mazzoli, Modena 

YVES DELMAS - CHARLES GANCEL: PROTEST SONG - LE MOT ET LE RESTE 2012

YVES DELMAS - CHARLES GANCEL
PROTEST SONG
la chanson contestataire dans l’Amérique des sixties
Le mot et le reste, 16/08/2012

La décennie des turbulentes sixties a amené bien des transformations tant sur les plans économiques, sociaux et culturels. L’histoire s’était comme accélérée. La révolution musicale qu’a provoquée le rock en est l’un des faits marquants, « parce que première à être vraiment globale et populaire ».
Ce livre étudie la révolution musicale et sociale des sixties à travers le prisme de la chanson contestataire américaine. Il s’ouvre sur l’arrivée de Bob Dylan à New-York en 1961 et se referme en 1972, alors que Joan Baez chante sous les bombes américaines, à Hanoï. Entre temps, les auteurs nous auront plongé dans l’évolution des bandes-son qui accompagnèrent toutes les revendications (droits civils, pacifisme, féminisme, nouvelle gauche, droits des amérindiens, etc.), depuis le revival folk, où le texte primait, jusqu’aux explosions de la guitare électrique, devant lesquelles le texte s’efface peu à peu, en passant par la british invasion et ses apports.

Les auteurs, Yves Delmas et Charles Gancel, donnent une vision libre et documentée des faits, des textes, des sons et des messages qui ont bouleversé la planète. Cette nouvelle édition de Protest Song est augmentée d’une conclusion qui permet d’apprécier cette folle décennie au regard de notre époque. 

SYLVAIN BERTOT: RAP, HIP-HOP - LE MOT ET LE RESTE 2012

SYLVAIN BERTOT
RAP, HIP-HOP
Trente années en 150 albums, de Kurtis Blow à Odd Future
Le mot et le reste, 14/06/2012

My Vinyl Weighs A Ton. Mon vinyle pèse une tonne. Ainsi le producteur hip-hop californien Peanut Butter Wolf avait-il nommé son premier album, en référence à « My Uzi Weighs a Ton », un titre emblématique de Public Enemy.
C’est aussi ce que ce livre souhaiterait prouver : de nombreux albums hip-hop pèsent une tonne, ils sont d’un impact et d’une importance capitales. Quels que soient les enseignements sociaux ou politiques qu’on a pu en tirer, quel que soit le message qu’il véhicule, ce genre bientôt quadragénaire est d’abord une musique. Il a produit des classiques. Il a livré des albums riches et solides, appréciables en dehors de leur contexte de naissance. Des chefs-d’œuvres que même ceux dont l’oreille n’a pas été éduquée au rap sauront apprécier à leur juste valeur, après un léger effort d’immersion, moyennant la patience nécessitée par tout apprentissage.
Ce livre s’adresse à tous : fans de rap encore jeunes souhaitant compléter leur discothèque ; fans de rock, de jazz, ou de quoi que ce soit d’autre soucieux d’en trouver la clé d’entrée…
Après une solide introduction qui brosse l’histoire du hip-hop et du rap, ses différentes périodes et sa propagation au monde entier depuis son foyer américain, une analyse de 150 albums phares, choisis sur des critères de qualité formelle et de représentativité de toutes les tendances et styles du rap, permet au lecteur de déambuler à l’aise dans les boulevards comme les sentiers du hip-hop.

Né en 1973, Sylvain Bertot est l’un des membres fondateurs du site POPnews.com, dont il signe les chroniques hip-hop. De la fin des années 90 au début des années 2000, il a été le rédacteur en chef de plusieurs webzines spécialisés sur le rap (Nu Skool, Hip Hop Section).  

I COLORI DI CORNIGLIANO - ALINEA 2011

I COLORI DI CORNIGLIANO
Design per lo scenario urbano
a cura di Benedetta Spadolini
Alinea, 2011

Il lavoro qui presentato, condotto dal Dipartimento di Scienze per l'Architettura dell’Università degli Studi di Genova, per conto della Società per Cornigliano S.p.A. in collaborazione con il Comune di Genova, ha l’ambizioso obiettivo di contribuire in modo innovativo alla riqualificazione urbana e quindi alla restituzione della nuova immagine della delegazione di Cornigliano. Il motto da associare al progetto che ben identifica l’iniziativa, potrebbe essere dal grigiore della città-industria al colore come riconquista d’identità urbana per Cornigliano. Progettare la riqualificazione di un’area abitativa, trasformata nel tempo dalla presenza di attività produttive, oggi in riduzione, investe una serie di interventi volti a restituire vivibilità ai luoghi pesantemente compromessi, prima di tutto sotto il profilo ambientale, ma anche a ricostituire un’identità in riferimento al paesaggio. Su questi presupposti ha preso avvio un progetto e contemporaneamente è stato messo a punto un programma d’interventi operativi, volti alla riqualificazione della zona che vive a stretto contatto sia con le aree industriali dismesse, per le quali è in atto una sostanziale trasformazione a fini urbani, sia con quelle dove l’attività produttiva è ancor oggi presente. Superando i contenuti già ben consolidati che identificano i progetti colore, il lavoro si è svolto seguendo due canali complementari: il primo costituito dalla definizione delle potenzialità da affidare agli interventi di color design per attuare un’innovativa riqualificazione urbana, il secondo che mette a punto modalità globali per affrontare il tema del colore degli edifici in rapporto al contesto, all’architettura, e alle nuove potenzialità in grado di restituire valore al paesaggio urbano e, allo stesso tempo, confermare l’identità della delegazione. 

lunedì 27 agosto 2012

BIENNALE ARCHITETTURA: PADIGLIONE ITALIA - ARSENALE,VENEZIA



LE QUATTRO STAGIONI
Biennale Architettura - Padiglione Italia
a cura di Luca Zevi
Arsenale - Tese delle Vergini
Via Arsenale - Venezia
dal 28/8/2012 al 25/11/2012

“Non è un anno come gli altri. Il Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia deve porsi al centro di questa differenza e diventare un’occasione per riflettere sul rapporto tra crisi economica, architettura e territorio, deve essere uno spazio in cui immaginare un progetto di crescita del nostro Paese, il “common ground” deve tradursi in un progetto concreto e visionario, in cui cultura ed economia scrivano un nuovo patto.”
Questa la "doverosa premessa" di Luca Zevi, scelto dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, quale curatore del Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura.

Il progetto curatoriale si snoda come il racconto di un incontro possibile, della riscrittura del ‘patto’ - luogo condiviso e spazio possibile - in cui le ragioni dell’architettura, del territorio, dell’ambiente dialoghino con quelle dello sviluppo economico. Un ‘common ground’ tra imprenditoria e architettura come necessità imprescindibile per la ripresa.
Il racconto descrive le “quattro stagioni” dell’architettura del Made in Italy lungo un percorso accidentato e fecondo, mirato alla ricerca di un rapporto virtuoso tra architettura, crescita e innovazione.

I stagione : Adriano Olivetti nostalgia di futuro
Un percorso che non può non prendere le mosse dall’esperienza di Adriano Olivetti nell’Italia del ‘secondo dopoguerra’ come paradigma di un modello di sviluppo in cui politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si integrano nella proposta di una strada innovativa nella progettazione delle trasformazioni del territorio. Esperienza unica per i tempi e per il contesto, che per la sua attualità induce una positiva “nostalgia di futuro”.
Olivetti è innovatore per il modo di fare impresa, la visione del mondo, le scelte e i principi. E’ convinto che il ‘fare impresa’ non possa prescindere da un atteggiamento etico e responsabile nei confronti dei lavoratori e del territorio che accoglie le fabbriche, appassionato di avanguardie in arte e architettura, coinvolge tutti i più geniali architetti e designer degli anni ’50 facendo di ogni complesso industriale un’opera d’arte. Ivrea diventa luogo di sperimentazione di una “città-fabbrica” virtuosa, considerata modulo sperimentale di uno sviluppo territoriale possibile.
Il Padiglione si apre con questo racconto perchè la visione olivettiana - che tiene insieme architettura, economia e territorio - può diventare il punto chiave sul quale cominciare a riscrivere il futuro del paese.

II stagione: l’assalto al territorio
A partire dagli anni ‘80, nel fervore imprenditoriale diffuso seguito alla scomparsa delle grandi industrie dal nostro paese, si verifica una sorta di “assalto” al territorio italiano attraverso iniziative di grande vitalità sotto il profilo produttivo, ma altrettanto disinteressate a qualsivoglia forma di espressione architettonica o di inserimento appropriato nel paesaggio: è la fase della produzione “nel sottoscala o nel capannone, spesso conditi da una villetta in stile chalet svizzero”, il “grado zero” dell’architettura del Made in Italy.

III stagione: architetture del Made in Italy
Negli ultimi quindici anni alcune imprese del Made in Italy – caratterizzate da una “tipologia olivettiana” quanto a dimensioni e produzione specializzata - hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d’eccellenza. Sono nate così strutture attente alla poetica dei luoghi e degli oggetti, alla vita delle persone, alla sensibilità ambientale, documentate e “narrate” nella mostra. Il ‘fare impresa’ virtuoso anche nell’immaginazione dei luoghi di produzione e commercializzazione sta contribuendo a creare nuovi paesaggi. La promenade espositiva si trasforma in un percorso di scoperta, conoscenza e riflessione sulle emergenze architettoniche e insediative del Made in Italy. E’ nel loro agire il senso della prospettiva: l’industria che all’architettura chiede la traccia dei luoghi, della quotidianità, della sua stessa identità.

IV stagione: reMade in Italy
La sfida della “quarta stagione” - la messa a sistema delle imprese del Made in Italy nella direzione di una Green Economy - è destinata fatalmente a incontrare la sfida di Expo 2015 ‘Nutrire il pianeta’, che diventa una straordinaria occasione per riflettere sul rapporto tra territorio e ambiente, città e produzione agricola, e sul senso del ‘progetto’ nel nord e sud del mondo. La nutrizione, che sarà al centro dell’Expo 2015, spinge a rimettere sotto analisi il concetto di comunità sostenibile: il rapporto tra città e campagna, industrializzazione e produzione agricola.

Il Padiglione Italia diviene così luogo in cui progettisti, imprenditori e politici si cominciano a confrontare seriamente sulle questioni del vivere, nella previsione di un’era in cui l’ossessione della megalopoli deve lasciare spazio a nuove regole di ispirazione comunitaria, in cui nutrirsi, muoversi e abitare diventano funzioni della stessa equazione.
Verranno illustrati alcuni recenti esperimenti italiani che muovono in questa direzione: riqualificazione di insediamenti attraverso l’inserimento di attività produttive di nuova generazione; ripensamento degli spazi pubblici mirati a una città a misura dei bambini, che diventano parametro della qualità di vita negli spazi urbani, cercando di ripensare la città come luogo eminentemente pubblico.
Un Padiglione Italia sostenibile Il Padiglione Italia non si limita a rivendicare un nuovo modo di abitare, ma tenta di offrirsi come una sorta di prototipo di diversa modalità insediativa, che tiene insieme cultura dell’ambiente e Green Economy. Il Padiglione si trasformerà così in luogo energeticamente autosufficiente e ambientalmente accogliente. Strumenti multimediali e tecnologia innovativa permetteranno al visitatore di interagire con il racconto, di porre quesiti, di incontrare in modo virtuale i protagonisti della storia narrata. L’interazione con elementi animati - ologrammi, personaggi virtuali e video - scandirà ogni tappa della narrazione. Conversazioni, interviste, performances attraverseranno giorno dopo giorno lo spazio. 

QUELLE ARCHITECTURE POUR LA CULTURE? - LA GALERIE D'ARCHITECTURE, PARIS



QUELLE ARCHITECTURE POUR LA CULTURE?
Architecture et développement culturel en Basse-Autriche
Commissaire : Theresia Hauenfels
La Galerie d'Architecture
11, rue des Blancs Manteaux - Paris
28/8/2012 - 24/9/2012

La Basse-Autriche, région au nord-est du pays, a choisi une politique culturelle décentralisée. De grands architectes tels que Steven Holl, Klaus Kada, Hans Hollein ou Gustav Peichl ont réalisé des projets culturels majeurs dans le cadre de ses paysages bucoliques.
La Galerie d’Architecture vous invite à venir découvrir une sélection de ces réalisations contemporaines à l’occasion d’une exposition organisée en collaboration avec le Forum Culturel Autrichien et la section culturelle du gouvernement de la Basse-Autriche. Cette région traversée par le Danube a connu depuis vingt ans un essor spectaculaire du secteur culturel. Sankt Pölten, jeune ville dynamique, est sa capitale. De nombreuses manifestations ont lieu chaque année : festivals de musique, spectacles vivants, expositions artistiques, ainsi que des ateliers d ́artistes. L’exposition permet de redécouvrir également des sites exemplaires du patrimoine historique de la région, le tout dans un paysage d’exception.
Ces nouveaux lieux culturels, constructions nouvelles, réhabilitations et extensions de bâtiments existants, ont été capturés par l’objectif sensible du photographe Bruno Klomfar. 

GIUSEPPE TOMMASI: I DISEGNI DI CARLO SCARPA PER CASA OTTOLENGHI - SILVANA 2012

GIUSEPPE TOMMASI
I DISEGNI DI CARLO SCARPA PER CASA OTTOLENGHI
Silvana, 15/7/2012
collana "Disegni di architettura"

Carlo Scarpa (Venezia, 1906 - Sendai, 1978), celebre architetto profondamente radicato nella tradizione veneta, elabora criticamente modelli figurativi appartenenti tanto all'arte antica quanto a quella moderna, ma è al tempo stesso aperto alle suggestioni provenienti da mondi lontani, dall'Oriente ai maestri dell'architettura del XX secolo come Wright, Mallet-Stevens e Le Corbusier. I progetti per l'abitare costituiscono nel loro insieme un compendio altamente rappresentativo della sua attività e casa Ottolenghi a Bardolino (Verona) assume un ruolo centrale tra le opere della maturità del maestro. Trattandosi di spazi domestici, nella progettazione il rapporto con la committenza si rivela un valore aggiunto, dove la sensibilità intellettuale della famiglia Ottolenghi si traduce in un dialogo armonioso con l'architetto, come testimoniano le oltre trecento tavole qui pubblicate: fogli potenti e innovativi, scrupolosamente riprodotti, catalogati, ordinati in sequenza e analizzati. Il volume raccoglie contributi critici che contestualizzano casa Ottolenghi nell'opera di Carlo Scarpa e nell'ambito dell'architettura del Novecento, le testimonianze di coloro che affiancarono il maestro nella fase più propriamente esecutiva e un apparato fotografico, tra cui gli scatti che documentano il cantiere. Il catalogo dei disegni restituisce la genesi dell'edificio, consentendo di cogliere appieno il senso dell'architettura nel suo farsi concreto e la lezione scarpiana nei suoi registri più elevati.  

BAUKUH: DUE SAGGI SULL'ARCHITETTURA - SAGEP 2012

BAUKUH
DUE SAGGI SULL'ARCHITETTURA
SAGEP, 2012
collana "Testi di Architettura"

"Due saggi sull'architettura", dello studio Baukuh, è il primo volume della collana "Testi di architettura" curata da Valter Scelsi. In due testi, "Le promesse non mantenute di 'L'architettura della città'" e "Affinità/divergenze fra il compagno Grassi e noi. Del conseguimento della maggiore età", il collettivo Baukuh affronta il proprio rapporto con la generazione che ha voluto porre l'architettura come segno concreto della trasformazione della città. Gli autori si confrontano con due esponenti fondamentali dell'architettura moderna, Aldo Rossi e Giorgio Grassi, figure eclettiche ed istrioniche che a partire dagli anni '60 del Novecento, hanno animato, innovato ed indirizzato il dibattito culturale sulle arti. 

DIALOGHI SULLA RAPPRESENTAZIONE: IL POTERE - PALAZZO TURSI, GENOVA



DIALOGHI SULLA RAPPRESENTAZIONE
IL POTERE
Scalo Chiappa - Pieve Ligure
Cortile di Palazzo Tursi
Via Garibaldi - Genova
dal 28/8/2012 al 7/9/2012

Da martedì 28 agosto a venerdì 7 settembre, nel cortile di Palazzo Tursi, torna, con una unica data negli Scali a Mare di Pieve Ligure, la quinta edizione di Dialoghi sulla Rappresentazione, la rassegna ideata da Sergio Maifredi e prodotta da Teatri Possibili Liguria.
Dopo il Teatro, il Denaro, l’Amore, l’Odio, il tema della quinta edizione dei Dialoghi sarà il potere. Il titolo La rappresentazione del potere - Dallo Scettro all’Auto Blu, con Maifredi in cordata con scrittori, giornalisti, attori e musicisti del mondo di oggi.
«Lo scettro, la corona, il trono ma anche la dimensione della scrivania, la poltrona in pelle umana, il numero delle macchina di scorta, il lampeggiante blu - dichiara Sergio Maifredi presentando la nuova edizione - Così da sempre il potere mostra le sue insegne, si rappresenta».
In questa quinta edizione si è scelto di decifrare i segni evidenti o occulti con cui il potere si rappresenta e si mostra quotidianamente.
Perché il potere? Perché il potere logora che non ce l’ha e oggi il primo partito ad ogni elezione è il popolo degli astenuti, di coloro che abdicano, che il potere rinunciano ad averlo, arrendendosi, logorandosi in un'eterna sconfitta.
Ma il potere, a sua volta, degrada i suoi stessi simboli: la corona è una bandana, lo scettro un telefonino, la carrozza un’auto blu.
Scrittori da diverse parti del mondo - Iran, Olanda, Islanda e Svezia - giornalisti e attori danno voce a una delle forze che muovono il mondo: il potere.

IL PROGRAMMA COMPLETO

Martedì 28 agosto
Ore 21 - Bjorn Larsson, Da Ulisse a Lord Jim. Capitani (più o meno) coraggiosi. Presso lo Scalo Chiappa a Pieve Ligure. Lo scrittore e navigatore svedese racconta le gesta di coraggio e di viltà dei grandi capitani della letteratura d’ogni tempo, in dialogo con Sergio Maifredi, e accompagnato alla chitarra da Antonio Carli
Giovedì 30 agosto
Ore 21 - Mario Giordano, L’Italia degli spudorati, presso Palazzo Tursi a Genova. Il giornalista, editorialista e direttore de Il Giornale, presenta un’indagine sui grandi sprechi del potere e i privilegi della casta. In dialogo con Sergio Maifredi e Ferruccio Repetti
Sabato 1 settembre
Ore 21 - Kader Abdolah, Il Re. Una favola sul Potere assoluto, presso Palazzo Tursi a Genova. Lo scrittore iraniano di nascita e olandese di adozione, racconta una favola contemporanea fatta di re e cortigiani
Domenica 2 settembre
Ore 21 - Ascanio Celestini, Appunti per un racconto di fantascienza sul potere, presso Palazzo Tursi a Genova. Il cantore contemporaneo, svela le maschere del potere e rivela il suo volto.
Mercoledì 5 settembre
Ore 21 - Lella Costa, Il re e il suo buffone. Satira e politica, presso Palazzo Tursi a Genova. L'attrice analizza come la satira sia sempre stata lo specchio ustorio del potere. Interviene Massimiliano Lussana
Venerdì 7 settembre
Ore 21 - Jòn Kalman Stefansson, Il potere della parola, presso Palazzo Tursi a Genova. Il potere salvifico della parola, è per l’autore dell’estremo Nord Europa la forza vitale che alimenta la sopravvivenza ai confini della Terra 

RIRKRIT TIRAVANJA: UNTITLED 2012 - ZUECCA PROJECT SPACE, VENEZIA


RIRKRIT TIRAVANJA
UNTITLED 2012
(a Study for Karl's Perfect Day)
a cura di Maurizio Bortolotti
Zuecca Project Space
Bauer Palladio Hotel & Spa, Fondamenta Zitelle - Venezia dal 27 agosto al 5 ottobre 2012

Zuecca Project Space in collaborazione con Pilar Corrias Gallery presenta «Untitled 2012 (a study for Karl's perfect day) or ( the incomparable Karl Holmqvist)» di Rirkrit Tiravanija 
In occasione della 13° Mostra Internazionale d’Architettura della Biennale di Venezia e della 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, ZUECCA PROJECT SPACE, centro espositivo d’arte contemporanea del gruppo The BAUERs, continua la sua programmazione culturale con un progetto in anteprima mondiale dell’artista tailandese Rirkrit Tiravanija. 
La mostra, a cura di Maurizio Bortolotti e coordinata dal direttore di Zuecca Project Space Alessandro Possati, prende il titolo dall’omonimo film che sarà presentato per la prima volta al pubblico in concomitanza con le giornate di apertura della Mostra del Cinema di Venezia per proseguire dal 28 agosto al 5 ottobre 2012. 
Il 27 agosto, dalle ore 19 si svolgerà l’evento inaugurale all’interno della suggestiva Sala Zuecca (Zuecca Project Space) parte integrante dell’ex convento palladiano delle Zitelle, recuperato con amore e passione filologica da Francesca Bortolotto Possati, Presidente e Ceo del gruppo e trasformato in Bauer Palladio Hotel & Spa, con la proiezione dell’inedito film dell’artista. 
Figlio della globalizzazione, vissuto in molte località del mondo (America del Sud, Africa, America del Nord, Europa, Asia) Rirkrith Tiravanija, classe 1961, si è imposto come una delle figure più carismatiche della scena newyorchese dei primi anni Novanta. Nell’ultimo periodo, ha sviluppato un parallelo interesse per il cinema e per la ripresa cinematografica come mezzo per cogliere la realtà essenziale del mondo che ci circonda. Già ospite nel settembre 2011 del Festival del Cinema di Venezia nella sezione «Orizzonti» con il lungometraggio Lung Neaw Visits his Neighbours, Tiravanija ritorna ora nella città lagunare per presentare il nuovo progetto dedicato a Karl Holmqvist, l’atteso evento è curato da Maurizio Bortolotti e promosso da The BAUERs . 
L’opera filmica realizzata da Tiravanija prenderà corpo su quattro grandi schermi allestiti all’interno di Zuecca Project Space il cui ruolo del protagonista è affidato al poeta e performer svedese Karl Holmqvist. «Come spesso avviene nel lavoro dell'artista tailandese – spiega il curatore Bortolotti -, quello che gli interessa non è l'arte in sé, ma la vita che si svolge intorno e fuori da essa, che diventa il suo discorso sull'arte. Aver scelto come protagonista del suo ultimo film, presentato qui per la prima volta, la figura di un artista di confine, che fa della propria vita il centro del suo lavoro trans-artistico, muovendosi tra performance, poesia e arte, mostra ancora una volta che Tiravanija vuole confondere i confini esistenti tra la vita e l'arte. E Karl Holmqvist viene da lui filmato come esempio di una vita unica: è l'immagine di un artista che si rigenera attraverso l'uso della parola e che fa della performance la sintesi perfetta di vita e arte». 
Figura eccentrica del panorama contemporaneo, Holmquist (1964, vive a Berlino), ha attirato l’attenzione di Rirkrit Tiravanija per il suo lavoro artistico che si concentra sul reagire a un luogo, situazione o spazio specifici attraverso la realizzazione di libri, wallpaper, lampade, video e oggetti. Le modalità di sviluppo dell’opera di Holmqvist suggeriscono spesso la creazione di comunità estemporanee che si formano attorno alla lettura delle sue poesie o alla realizzazione delle performance. Ringraziamenti vanno a Hector Madera-Gonzalez, Glori Martalinares, Shwetal Patel e ad Atemporary Studio, media partner del progetto. 

SUZANNE LACY: THE CRYSTAL QUILT - TATE MODERN, LONDON



SUZANNE LACY
THE CRYSTAL QUILT
Tate Modern
Millbank - London
18 July – 28 October 2012

On 10 May 1987 in Minneapolis, 430 women over the age of 60 gathered to share their views on growing older. The resulting performance, The Crystal Quilt, was broadcast live on television and attended by over 3,000 people.
It was the culmination of the Whisper Minnesota Project, a three-year public artwork empowering and giving a voice to older women. The process was consciously guided by a desire to represent diverse ethnic and social backgrounds alongside life experience and achievements, forming an active comment on the representation of older women in the media. Lacy has stated: ‘In some sense The Crystal Quilt was successful politically, in that the work was bigger, it had more social impact in that region, but do one or two events ever change the way people – other than those who directly experience it – see? This raises this issue of whether you can expect art to create social change, and at what point is it no longer art.’
The Crystal Quilt now exists in the form of a video, documentary, quilt, photographs and sound piece, combining the original elements of performance, activism and broadcast in an ambitious work that fuses social responsibility with the power of aesthetics: something Suzanne Lacy has pioneered in her long career as activist artist, writer and teacher.
The Crystal Quilt took place at the IDS Center Crystal Court, Minneapolis, and was broadcast by KTCA television. Suzanne Lacy collaborated with Phyllis Jane Rose, Miriam Schapiro, Nancy Dennis and Susan Stone.

Suzanne Lacy (born 1945, USA) has worked collaboratively with artists and communities since the 1970s. In 1991 she founded TEAM (Teens + Educators + Artists + Media Makers) with photographer Chris Johnson and producer Annice Jacoby. A writer she edited the influential Mapping the Terrain: New Genre Public Art in 1995, a book that prefigured much current writing on politically relevant performance art. Lacy was Dean of the School of Fine Arts at the California College of Arts from 1987 to 1997, between 1996 and 1997 she co-founded the Visual and Public Art Institute at California State University at Monterey Bay with artist Judith Baca, and in 1998 she became Founding Director of the Center for Art and Public Life. She is currently the Chair of Graduate Public Practice at Otis College of Art and Design in Los Angeles. 

GÜNTHER ANDERS: LA BATTAGLIA DELLE CILIEGIE - DONZELLI 2012

GÜNTHER ANDERS
LA BATTAGLIA DELLE CILIEGIE
La mia storia d'amore con Hannah Arendt
Donzelli, 30/05/2012
collana "Saggine"

Ogni tanto nella storia si combinano strane costellazioni di eventi e incontri. A guardare indietro, con gli occhi smaliziati di chi sa com’è andata a finire, sembrano quasi impossibili. Così nel 1925, in quella Germania che è ancora il cuore della cultura europea, ma sta rapidamente correndo verso il baratro della catastrofe nazista, Günther Anders, fresco della sua dissertazione con Edmund Husserl, e la giovane studentessa di filosofia Hannah Arendt si conoscono a Marburgo, dove seguono entrambi il seminario di Martin Heidegger sulla Critica della ragion pura. Si incontrano di nuovo solo nel 1929, questa volta a Berlino, in occasione di un ballo in maschera. Si sposeranno subito dopo, precipitosamente, per separarsi poi già nel 1937. Lei avrebbe in seguito ricordato il matrimonio con Günther come la fuga dal grande e impossibile amore della sua giovinezza, quello per Martin Heidegger. Per Günther, invece, Hannah sarebbe sempre rimasta il primo, forse l’unico vero amore di tutta una vita. Nel Natale del 1975, all’indomani della morte di Hannah, Günther riprende in mano gli appunti degli anni berlinesi trascorsi con lei; è soltanto tra il 1984 e il 1985 che prende la sua forma definitiva questo testo. Scritto sull’onda del dolore per una perdita che la lunga separazione non ha reso meno amara, e rimasto da allora nel segreto delle carte andersiane, questo piccolo, unico gioiello è qui pubblicato per la prima volta in edizione italiana, pressoché in contemporanea con l’uscita tedesca. Come scrive lo stesso Anders, dopo tanto tempo è difficile tracciare una linea di demarcazione tra «poesia e realtà»; è difficile stabilire «quanto ci sia di Hannah, quanto di me, quanto di allora, quanto di oggi». Così Günther riporta il pensiero a una delle sue modalità di espressione originarie, quella del dialogo, nel tentativo di evocare, «se non lo stile di pensiero e di linguaggio, almeno i gesti» di Hannah. Il tema è quello che intreccerà negli anni, pur con esiti divergenti, i percorsi dei due grandi filosofi: l’uomo, nella sua inalienabile individualità, ma anche nella sua imprescindibile relazione con il mondo e con gli altri. Un io e un tu. Lo scenario è il balconcino della loro minuscola abitazione. Günther e Hannah sono seduti uno di fronte all’altra. Al centro, un enorme cesto di ciliegie. La battaglia può cominciare. 

NICOLA FANO: LA TRAGEDIA DI ARLECCHINO - DONZELLI 2012

NICOLA FANO
LA TRAGEDIA DI ARLECCHINO
Picasso e la maschera del Novecento
Donzelli, 23/05/2012
collana "Saggine"

Parigi, Centre Pompidou, quinto piano, seconda sala a sinistra: si rimane malinconici a lungo, dopo aver fissato lo sguardo triste dell’Arlecchino seduto di Picasso. Sembra che guardi in basso, come per evitare il confronto diretto con lo spettatore, ma i suoi occhi si perdono nel vuoto. Le mani giunte sono colte dal pittore in un momento di tregua, si percepisce che Arlecchino le sta sfregando in un gesto ripetitivo e privo di ossessione: un moto automatico, un tic. Forse un modo per combattere il freddo. Non c’è rabbia in questo quadro, solo rassegnazione. A che serve più un Arlecchino dopo una guerra? Un filo nero tratteggia il costume, le pieghe delle braccia, la cinta che stringe la vita dell’attore. E un accenno di colori pastello lascia immaginare il costume e definisce il viso, lo sguardo. Poi il cappello esagerato: da Arlecchino, ma anche un po’ da torero. E nessuna maschera. La faccia di Arlecchino è nuda, come quella di un re senza più autorevolezza, un re deposto: vinto dalla luce elettrica, dalle guerre industriali, da una risata smisurata di fronte al dramma comune. 

ROBERTO VECCHIONI - LUNGOMARE RAPALLO, 27/8/2012

ROBERTO VECCHIONI
Lungomare Vittorio Veneto - Rapallo
lunedì 27 agosto 2012, ore 21,30

Il concerto di Rapallo fa parte del tour estivo del cantautore, che è partito a poche settimane di distanzadalla fine del tour teatrale di quest'inverno "I colori del buio Tour 2012" ultimato il giorno 8 giugno. Roberto, infatti, non riesce mai a stare a lungo lontano dal proprio pubblico e così, dopo solo qualche settimana di riposo, è cominciata questa nuova avventura che ripercorrerà, gli oltre 40 anni della sua straordinaria carriera e che avrà un occhio privilegiato ai grandi classici del suo repertorio senza peraltro dimenticare le ultime produzioni successive alla vittoria del festival di Sanremo 2011.
Un Vecchioni in grande forma e particolarmente ispirato porta nelle piazze italiane una scaletta leggermente modificata rispetto al tour precedente, partendo con una memorabile Velasquez per poi proseguire lo spettacolo accompagnato dal gruppo di musicisti di sempre. Via via arrivano Dentro gli occhi, Sogna ragazzo sogna, A.R., Figlia, Stranamore, Voglio una donna, Milady, I colori del buio, Mi porterò, Le rose blu, Chiamami ancora amore, una meravigliosa versione di Vincent e molte altre.  


sabato 25 agosto 2012

CARLOS MOTTA: WE WHO FEEL DIFFERENTLY - NEW MUSEUM, NEW YORK




MUSEUM AS HUB: CARLOS MOTTA
WE WHO FEEL DIFFERENTLY
curated by Eungie Joo
New Museum
235 Bowery - New York
16/5/2012 - 9/9/2012

“Museum as Hub: Carlos Motta: We Who Feel Differently” is a multipart project that explores the idea of sexual and gender “difference” after four decades of Lesbian, Gay, Bisexual, Trans, Intersex, Queer, and Questioning politics. Through an exhibition, series of events, and an opening symposium, the project seeks to invigorate discussion around a queer “We” that looks beyond tolerance or assimilation toward a concept of equality that provides for greater personal freedom. The project draws from Motta’s evolving database documentary wewhofeeldifferently.info, which proposes “difference” as a profound mode of possibility for both solidarity and self-determination.
The exhibition features a video installation based on fifty interviews with an international and intergenerational group of LGBTIQQ academics, activists, artists, politicians, researchers, and radicals. Motta has identified five thematic threads from this research that address subjects ranging from activism to intimacy, art to immigration. Drawing upon early queer symbols and imagery, a series of new sculptures and prints situates narratives of the LGBTIQQ movement in dialogue with developments in art and history, while also considering their critical significance in contemporary queer discourse and culture at large. The design of the Museum as Hub by Carlos Motta and architect Daniel Greenfield—anchored by the installation of multicolored carpeting—gives the gallery an aesthetic and functional makeover that invites extended viewing and collective activity.
The exhibition is curated by Eungie Joo, Keith Haring Director and Curator of Education and Public Programs.

The “We Who Feel Differently” website and book were commissioned and published by Ctrl+Z Publishing and Visningsrommet USF, Bergen, with support from Fritt Ord, The Freedom of Expression Foundation, Oslo; Arts Council Norway; Bergen Kommune; and the New York State Council for the Arts. 

MASSIMO KAUFMANN: THE GOLDEN AGE - PALAZZO RINASCIMENTALE, AIETA



MASSIMO KAUFMANN
THE GOLDEN AGE
Palazzo Rinascimentale
P.zza Palazzo - Aieta
dal 26/7/2012 al 30/9/2012

Il Comune di Aieta è lieto di presentare la mostra di Massimo Kaufmann (Milano, 1963), The Golden Age, a cura dell’Atelier du Faux Semblant e organizzata in collaborazione con la Prearo Editore di Milano.
Protagonista della scena artistica italiana già dalla seconda metà degli anni ’80, dopo aver lavorato con i dispositivi linguistici della trasparenza e del mimetismo in una continua e raffinata manipolazione della realtà, nell’ultimo decennio Massimo Kaufmann orienta la propria ricerca verso una dedizione a valori pittorici, ritrovando temi che nel passato erano stati affrontati con materiali meno tradizionali, come i disegni di silicone su tulle, i disegni con la macchina da scrivere. L’artista sceglie di operare unicamente su supporti di diverse dimensioni, superfici singole o composizioni articolate in dittici e trittici, agendo sulla tela o sulla carta con pennellate da cui prendono vita forme cellulari di colore pulsante, atomi nebulosi - talvolta più densi talaltra più radi - disposti in modo calibrato, spesso secondo ordini geometrici da cui irradia una luce iridescente che schiude l’occhio dello spettatore verso un universo pulviscolare fatto di astrazione e ornamento decorativo. Esigenze apparentemente opposte trovano mediazione in una pittura in cui pensieri astratti e simboli si materializzano in forma tangibile attraverso il veicolo emozionale del colore.
Proprio al tema del tempo come ritmo sembra ritornare incessantemente la poetica di Massimo Kaufmann, fino a costituire la cifra artistica decisiva della sua produzione realizzata nell’ultimo decennio, in cui si cimenta in un estenuante esercizio della pittura dall’aspetto performativo sempre più centrale. La ripetizione del gesto minimale diviene una sorta di pratica mistica rivolta a esaltare la bellezza di un tempo perso, ritrovato, scandito e indagato in una raffinatissima riflessione formale e teorica. Alla proliferazione molecolare del colore, l’artista affida infatti il tentativo di tradurre sulla tela la condizione esistenziale del tempo liberamente articolato come in una partitura musicale, alla ricerca di una coincidenza possibile tra il ritmo compositivo dell'esecuzione e il tempo della percezione. In questi esiti, il gesto artistico di Massimo Kaufmann eccede lo specifico pittorico insinuandosi nella profonda essenza della vita per approdare al conseguimento di un piacere estetico puro come priorità stessa dell'atto creativo.

In occasione della mostra la Prearo Editore pubblica il volume The Golden Age contenente un’intervista di Antonio Somaini a Massimo Kaufmann, contributi di Gianfranco Maraniello e Riccardo Caldura, oltre a un ampio apparato iconografico. 

KYLE GANN: IL SILENZIO NON ESISTE - ISBN 2012

KYLE GANN
IL SILENZIO NON ESISTE
ISBN edizioni, 5/7/2012

Nel mondo della musica classica contemporanea, c'è un prima e un dopo 4'33 di John Cage. Una composizione musicale senza note, un silenzio "attivo" che rappresenta una delle più famose provocazioni artistiche di tutti i tempi. Il critico musicale Kyle Gann ha analizzato questa performance sonora e ha ripercorso la genesi, le motivazioni e le successive influenze che questa ha avuto nella storia della musica.  

KATHRYN KALINAK: LA MUSICA DA FILM - EDT 2012

KATHRYN KALINAK
LA MUSICA DA FILM
Una breve introduzione
EDT, 23/2/2012
collana "Risonanze"

La musica da film, luogo d'incontro dell'esperienza visiva e di quella sonora, può plasmare con pochi, efficaci cliché il significato o il tono di un'intera sequenza. Oltre a metterne in evidenza le molte potenzialità attraverso un gran numero di esemplificazioni, l'autrice di questa breve introduzione allarga in modo originale il campo di indagine, valicando i confini culturali e concedendo largo spazio alle cinematografie mediorientali, orientali, sudamericane e sovietiche. La recente ma pur amplissima materia di studio è divisa in grandi fasi storiche ed esaminata partendo da prima della nascita del cinema sonoro, quando la musica da film viveva estemporaneamente nelle improvvisazioni dei musicisti accompagnatori, per arrivare infine a osservare come lavorano i compositori di oggi. Una particolare attenzione è dedicata ad alcune fra le più celebri collaborazioni fra registi e compositori - Alfred Hitchcock e Bernard Herrmann, Akira Kurosawa e Fumio Hayasaka, Federico Fellini e Nino Rota per fare alcuni nomi. La trattazione snella e il piacere di scoprire la storia "dietro le quinte" di alcuni dei capolavori più conosciuti non fanno tuttavia passare in secondo piano l'intento dell'autrice, che è quello di offrire una base completa e chiara a chi vorrà approfondire lo studio della materia, rispondendo alle principali domande che essa pone - che cos'è e come funziona la musica da film - e portando alla luce le diverse professionalità coinvolte nella sua produzione e lavorazione. 

ALESSANDRO BENEDETTI - STEFANO GALLINO: WAVE WATCHING - HOEPLI 2011

ALESSANDRO BENEDETTI - STEFANO GALLINO
WAVE WATCHING
Lo spettacolo delle mareggiate in Liguria
Hoepli, 01/11/2011
collana "Nautica"

La Liguria, per la conformazione del territorio, è la regione italiana dove è possibile assistere alle mareggiate più violente e spettacolari. Da qualche anno il gruppo di appassionati e di tecnici che prevedeva, misurava, fotografa o semplicemente assisteva allo spettacolo delle onde è andato allargandosi. Questo libro è il primo in assoluto sull’argomento e, dopo una breve parte teorica dove si spiega l’origine del moto ondoso (specialmente legato alle configurazioni meteorologiche dell’area ligure) si incentra su un “portfolio” fotografico, ad opera degli autori e di vari fotografi locali, con le immagini più belle e spettacolari delle onde in Liguria. Segue una parte sulle mareggiate storiche che si sono abbattute sulla costa ligure, a partire da quella celebre del 1955 fino a quelle più recenti. Originale e utile è l’atlante dell’onda in Liguria che prende in esame una trentina di località sulla Costa di Ponente e sulla Costa di Levante e indica tutti i punti dove è possibile godersi, in sicurezza, il mare in movimento. Ogni località ha una propria scheda con una carta geografica, i punti specifici dove osservare le onde e tutte le informazioni pratiche per raggiungere quei luoghi. La parte finale del volume è riservata ai consigli per chi vuole cimentarsi nell’osservare una mareggiata in sicurezza, fotografare le onde e ammirare le evoluzioni dei surfisti. 

GARRETT PHELAN: NEW FAITH LOVE SONG - IRISH MUSEUM OF MODERN ART, DUBLIN



GARRETT PHELAN
NEW FAITH LOVE SONG
Irish Museum of Modern Art - IMMA
Royal Hospital Military Road Kilmainham 8 - Dublin
21/6/2012 - 23/9/2012

A new project by leading Irish artist Garrett Phelan involving the bell-ringers of two cathedrals and a site-specific installation at the Irish Museum of Modern Art gets underway on Thursday 21 June 2012. NEW FAITH LOVE SONG begins with a live sound work with the bell-ringers of both Christ Church Cathedral and St Patrick’s Cathedral in Dublin city centre, which can be heard along Nicholas Street from 9.00 to 9.25pm on Thursday 21 June. Following on from the performance, an exhibition of drawings, sculptures, animations and photographic documentation by Garrett Phelan will open at the New Galleries at IMMA on Friday 22 June.
NEW FAITH LOVE SONG is a striking embodiment of the modern day dilemma that many feel in relation to faith and the quest for an explanation for the mystery, marvel and miracle of the world around us. As two of Dublin’s most iconic institutions, Phelan sees the cathedrals as transmitters pronouncing the arrival of ‘new faith’. The ambient sound work becomes a living sculpture intertwined with the existing fabric of Dublin’s frenetic soundscape. It is ephemeral, at times distinct and at times fused with the sounds of Dublin city, it reveals itself in different ways to the listener as they make their way along Nicholas Street, but at all times the conversation continues between these two great monuments. The bell towers broadcast this sound beyond its natural limits, staving off its own decay. The sound waves are projected into the ether, with the message that ‘All is OK’ – a modest yet reassuring affirmation of faith.
Phelan views both the live sound work and the exhibition as one piece, the exhibition at IMMA acting as an artefact of the temporal live performance. Exhibited are drawings, sculptures, animations, and photographic documentation of the bell-ringers torsos, ropes and mechanisms within the bell towers. A number of the drawings are a meditation on the process of arranging the sound work; visually rendering the ropes, and notation. ­The exhibition is an extension of Phelan’s sentiment of NEW FAITH LOVE SONG; a testimony and celebration of our very own mortality and our humanity in these uncertain times.
Born in 1965 in Dublin, Garrett Phelan has exhibited widely in Ireland and internationally, including the 11th Lyon Biennial, France; 4th Auckland Triennial, New Zealand; SMART Project Space, Amsterdam; ICA, London; The Fruitmarket Gallery, Edinburgh; Kunstverein, Hanover; Art Statements, Basel 39; Manifesta 5, San Sebastián, Spain; and previously at IMMA.
This exhibition was commissioned by former Director of IMMA Enrique Juncosa, and is co-curated by him and Rachael Thomas, Senior Curator: Head of Exhibitions, IMMA.
This exhibition is accompanied by publication designed by Peter Maybury.