martedì 24 gennaio 2012

MARCEL BROODTHAERS: L'ESPACE DE L'ÉCRITURE - MAMBO, BOLOGNA


MARCEL BROODTHAERS
L'ESPACE DE L'ÉCRITURE
a cura di Gloria Moure
MAMbo - Museo d’Arte Moderna
via Don Minzoni 14 - Bologna
dal 25/1/2012 al 6/5/2012

Il percorso di Marcel Broodthaers deve intendersi in termini di margini e frontiere, nel senso che la sua azione inquisitiva e poetica allo stesso tempo sonda continuamente i possibili limiti configurativi che tendono a segnarlo in ogni momento.
- Gloria Moure

Che si faccia chiamare arte installativa o critica istituzionale, la diffusione internazionale dell’installazione multimediale è diventata comune. Dichiarando trionfalmente che viviamo in un’era postmediale, la condizione postmediale di questa forma d’arte traccia il proprio lignaggio, di certo, non tanto a partire da Joseph Kosuth ma da Marcel Broodthaers.
- Rosalind Krauss

Con la precisa chiaroveggenza del materialista, Broodthaers, fin dalla metà degli anni Sessanta, ha anticipato la completa trasformazione della produzione artistica in un settore dell’industria culturale, un fenomeno che riconosciamo soltanto adesso.
- Benjamin Buchloh

Dal 26 gennaio al 6 maggio 2012 il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna è lieto di presentare Marcel Broodthaers. L’espace de l’écriture, la prima retrospettiva completa in Italia dedicata all’artista belga, a cura di Gloria Moure.
Marcel Broodthaers è una delle figure più rivoluzionarie ed influenti nell’arte del Novecento, ancora oggi imprescindibile per comprendere lo sviluppo delle ricerche artistiche e teoriche degli ultimi decenni. La sua critica costruttiva e ironica verso il sistema dell’arte come specifico sistema ideologico e il ruolo politico dell’artista nella società ha posto questioni sempre più centrali nel dibattito critico internazionale, rivelando l’attualità stringente delle sue sperimentazioni tese ad esplorare e ridefinire il significato della creazione artistica.
Dal 1976, anno della sua morte, alcune sue esposizioni si sono susseguite nelle più importanti istituzioni museali internazioni come la Tate Modern di Londra, il Walker Art Center di Minneapolis, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofià di Madrid e il Jeu de Paume di Parigi, mentre recentemente l’importanza della sua opera è stata testimoniata dall’apertura di una sala specificamente dedicata dal Museum of Modern Art di New York.
La mostra con cui il MAMbo rende omaggio al genio di Marcel Broodthaers valorizza nella sua complessità e nella sua estensione un percorso artistico sviluppatosi nel corso di una straordinaria carriera durata soli 12 anni dal 1964 al 1976. L’espace de l’écriture introduce per la prima volta al pubblico italiano un’ampia selezione di circa cinquanta lavori provenienti da prestigiosi istituzioni internazionali, tra cui l’Hamburger Bahnhof Museum di Berlino, lo SMAK di Gand e il MACBA Museo di Arte Contemporanea di Barcellona, che documentano i temi principali della poetica dell’artista: il rapporto tra arte e linguaggio, lo status dell’opera d’arte, la critica del museo come dispositivo e idea.
Il progetto curatoriale dell’esposizione intende verificare come la relazione tra immagine, oggetto e parola costituisca il tema centrale e costante della ricerca di Marcel Broodthaers e ne abbia fortemente condizionato tutto il processo creativo. Le sue idee originali su come l’opera d’arte si identifichi con la riflessione su se stessa e su come il sistema sociale ed economico dell’arte agisca come contesto di creazione e legittimazione influenzando la percezione del pubblico, non possono essere comprese in tutta la loro profondità se non in relazione alla sua ventennale attività di poeta e alla successiva decisione di estendere la vocazione letteraria nell’intraprendere il nuovo corso della carriera di artista nel 1964.
Le opere in mostra - oggetti, stampe fotografiche, incisioni, diapositive, edizioni, libri, installazioni e film -, realizzate tra il 1968 e il 1975, disegnano un concetto espositivo coerente con questa chiave di lettura e vengono esposte in rapporto a ciascuno dei diversi momenti in cui si articola il percorso della mostra: La spazializzazione della poesia; L’oggetto e la sua immagine; Le Musée d’Art Moderne; Concetto “décor”: la mostra.
Sono inoltre presenti le sale realizzate da Broodthaers per la mostra Eloge du sujet, allestita nel 1974, il celebre Un Jardin d’Hiver II e La Salle Blanche, presentata per la sua ultima mostra al Musée d’Art Moderne di Parigi nel 1975. Nello slittamento di Marcel Broodthaers dalla disciplina della poesia verso quella dell’arte, si rivela già essenziale, e decisivo per le successive traiettorie del suo lavoro, l’interesse verso il funzionamento del linguaggio, verbale e visivo, che egli eredita dai suoi maestri ideali Stéphane Mallarmé e René Magritte.
É proprio quest’ultimo nel 1946 a regalare al giovane poeta Broodthaers una copia dell’ultima opera di Mallarmé Un Coup de Dés (Un Tiro di Dadi), un testo visivamente e concettualmente rivoluzionario, costituito da un’unica lunga scrittura senza punteggiatura in cui le parole sono distribuite apparentemente a caso sulle pagine, composte in caratteri e in corpi differenti e circondate da diversi margini di bianco. L’azzeramento del tradizionale concetto di spazio che Mallarmé compie con questa opera agisce come una folgorazione sul percorso artistico di Marcel Broodthaers, portandolo a sublimare il debito dichiarato di ispirazione con la pubblicazione nel 1969 di un libro con lo stesso titolo e l’identica veste tipografica di copertina, ma un diverso autore e un diverso sottotitolo. Laddove Mallarmé scrive “Poème” dopo il lungo titolo, Broodthaers scrive “Image”. Nella trasfigurazione di Broodthaers, invece delle parole, sono righe e blocchi tipografici neri e grigi a tradurre il verbo in struttura visuale, evidenziando le possibilità figurative della loro spazialità nella pagina.
La mostra prende avvio dai suoi primi espliciti atti d’artista compiuti nella seconda metà degli anni Sessanta, per proseguire nell’analisi della sua ricerca successiva in cui Broodthaers amplia progressivamente l’indagine sulla relazione tra segno e contenuto, tra parola e potere, tra significante e significato, tra verità e inganno, fino a creare sistemi complessi di segni che sfuggono ad una interpretazione univoca, come nelle installazioni del museo fittizio “Musée de Art Moderne” e nei successivi “Décors”, veri e propri allestimenti cinematografici basati sull’accostamento di oggetti discrepanti e simili in uno stesso spazio, capaci di creare un poema dalle tonalità variabili. Attraverso un processo di esorbitazione dal segno della scrittura che lo specifico poetico compie per divenire spazio, Marcel Broodthaers consegna al linguaggio la stessa forza simbolica dell’immagine. La sua opera può essere vista come un atlante di parole, un alfabeto visivo unico in cui le combinazioni di testi e immagini dissolvono il significato convenzionale dei linguaggi per interrogarsi sulle condizioni di accadimento delle opere d’arte. In occasione della mostra viene stampato per le Edizioni MAMbo un Instant Book contenente un ampio testo della curatrice Gloria Moure e le prefazioni di Gianfranco Maraniello e Maria Gilissen Broodthaers, corredati da un ampio apparato iconografico.
Durante l’intero periodo di apertura della mostra il Dipartimento educativo MAMbo propone visite guidate ogni domenica alle ore 17. Ingresso € 4 a persona più ingresso in mostra (€ 6 intero, € 4 ridotto), minimo 6 max 30 persone. Info e prenotazioni: tel. +39 051 6496652 (dal lunedì al venerdì, h. 10.00–13.00); tel. +39 051 6496611 (dal sabato alla domenica h. 10.00- 17.00). Con la mostra dedicata a Marcel Broodthaers, considerato uno dei padri fondatori dell’Institutional Critique, giunge a compimento il filone di ricerca denominato Criticism che il MAMbo porta avanti fin dal 2006, ovvero un percorso di riflessione e di indagine sulle pratiche artistiche e sulla funzione del museo contemporaneo, che ha coinvolto artisti quali Ryan Gander, Paolo Chiasera, Markus Schinwald, Giovanni Anselmo, Christopher Williams, Bojan Sarcevic, Adam Chodzko, Eva Marisaldi, Diego Perrone, Ding Yi, DeRijke\De Rooij, Guyton\Walker, Natasha Sadr Haghighian, Trisha Donnelly, Sarah Morris, Seth Price.

Marcel Broodthaers nacque a Bruxelles il 28 gennaio 1924. All'età di 18 anni studiò chimica per un anno, ma poi il suo amore per la poesia ebbe il sopravvento. Era attratto in modo particolare da René Magritte e dai suoi quadri, nonché dalle opere di Kurt Schwitters, De Chirico, ecc. René Magritte gli regalò una copia di Un Coup de Dés di Mallarmé. (Più tardi i quadri di Magritte in cui le parole si contrappongono agli oggetti avranno un'influenza fondamentale sulla sua opera). Tra il 1957 e il 1964 pubblica quattro raccolte di poesie: Mon livre d'Ogre (1957), Minuit (1960), La Bête Noir (1962) e Pense- Bête (1964).
La sua prima opera nel campo delle arti plastiche risale al 1964, quando "ingessa" un pacco di esemplari invenduti della sua ultima raccolta di poesie, trasformandoli in una scultura. In questo periodo espone oggetti della vita quotidiana, lettere, disegni, ecc., spesso accompagnati da giochi di parole verbali-visivi; inoltre realizza libri, cataloghi e stampe su qualsiasi supporto, dalle tele attaccate alla parete ai rilievi in plastica. Nel 1957 gira il suo primo film, La Clef de l’Horloge (un poème cinématographique en l’honneur de Kurt Schwitters) e dal 1967 in poi realizza una serie di cortometraggi (Objet, 1967; Le Corbeau et le Renard, 1967; Une Discussion Inaugurale, 1968; Le Musée et la Discussion, 1969; Un Voyage à Waterloo, 1969; La Pluie. Projet pour un texte, 1969; Ceci ne serait pas une pipe, 1969- 1971, ecc.).
Parallelamente all'attività artistica, per guadagnarsi da vivere da giovane lavora come libraio (nel 1950 organizza un'asta di libri) e giornalista (collabora con varie riviste, come “Le patriote illustré,” “Germinal,” e “Le journal du Palais des Beaux-Arts,” tra le altre). Nel 1962-63 lavora a Parigi presso un'agenzia di stampa. In questo periodo lavora anche come guida e cicerone al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. Nei nove anni successivi Broodthaers crea un ricco e prestigioso corpus di opere, tra cui spicca in modo particolare il Musée d'Art Moderne, Département des Aigles. Il museo viene inaugurato nel 1968 nella sua casa di Rue de la Pépinière a Bruxelles. Nei quattro anni successivi il Museo diventa il perno centrale del suo lavoro, sino alla chiusura definitiva avvenuta nel 1972 nel corso di Documenta 5. Broodthaers era emerso come figura autorevole nel mondo dell'arte contemporanea.
Un Jardin d'Hiver, esposto al Palais de Beaux-Arts nel 1974, segna l'inizio di una serie di mostre in cui predomina il concetto di Décor, implicitamente presente già dal 1968. Nel 1974 e nel 1975 allestisce, presso il Centro Nazionale d'Arte e Cultura Georges Pompidou di Parigi, due importanti mostre che definiscono e consolidano tale concetto, spiegato da Broodthaers nel catalogo L'Angélus de Daumier del 1975. Nell'arco di tempo intercorso tra queste due grandi rassegne organizza varie altre mostre che contribuiscono allo sviluppo della sua oeuvre, tra le quali vanno menzionate: Catalogue, Palais de Beaux-Arts, Bruxelles; Eloge du Sujet, Kunstmuseum, Basilea; Invitation pour une exposition bourgeoise, Nationalgalerie, Berlino; Le Privilège de l’Art, Museum of Modern Art, Oxford; Décor–A conquest by Marcel Broodthaers, Institute of Contemporary Arts, Londra. Visse a Düsseldorf, Londra e Berlino, cosa che contribuì a far aumentare l'interesse per la sua opera in Europa e anche in altri paesi. Morì a Colonia nel 1976, nel giorno del suo 52° compleanno.